Articolo pubblicato il 29 agosto 2015 su QN

IL FASCINO della divisa conquista anche il Pd. Sì perché Matteo Renzi, con Ignazio Marino in vacanza tra Texas e Caraibi mentre la Capitale affonda, qualcosa dovrà pure pensare per uscire dall’impasse. E, allora, eccolo lì il candidato giusto al posto giusto per non perdere Roma: il prefetto Franco Gabrielli. La strategia è chiara: sindaco-ombra del «marziano» per poi essere pronto alle urne nel 2017 sotto la bandiera del Pd, scrive il Corsera. Ipotesi, ma la caccia allo ‘sbirro’, al magistrato o alla personalità della società civile in senso elettoralistico c’è. Il motivo, si dice tra le fila del Pd, è semplice: «Il vento del 40% non c’è più e quindi si cerca di sparigliare». Di sicuro, non sarebbe il primo prefetto a passare alla politica. Annamaria Cancellieri, in primis, commissario a Bologna dal 2010 al 2011. Prese il posto del primo cittadino dem bolognese Flavio Delbono, costretto a mollare la poltrona per alcuni viaggi con l’ex fidanzata a spese della Regione. Da allora, per il prefetto iniziò una vera e propria carriera politica. Due volte ministro (ricordate il caso Ligresti?) e da sempre nei sogni di Forza Italia che la vorrebbe candidata sindaco a Bologna.

Antonio Misiani, ex tesoriere del Pd, ammette: «È un momento impegnativo e si pensa col civismo di mobilitare consensi che i partiti non riescono più a raccogliere». Daniele Marantelli, della corrente dei ministri Martina e Orlando, è più critico: «Non è che candidare papi stranieri porti bene… Vi ricordate come andò con Bruno Ferrante, prefetto di Milano sconfitto da Letizia Moratti, e Mario Morcone, prefetto di Napoli, che neanche arrivò al ballottaggio con De Magistris?».
Erano altri tempi. Con Ferrante era il 2006 e c’era l’Unione di Prodi. Con Morcone c’era il Pd di Bersani. Certo, più recentemente, la debacle è toccata anche al Pd di Renzi che puntò (perdendo) le sue fiches sul capitano dei carabinieri Pasquale Zacheo a Fermo. Ciò non toglie che l’idea del Nazareno di snobbare i politici di professione pur di trovare candidati forti sia (quasi) alla luce del sole. Lo disse il vicesegretario Pd Lorenzo Guerini dopo il ‘no’ di Giuliano Pisapia al bis come sindaco di Milano: «Bisogna guardarsi intorno da una parte e dall’altra». Detto e non fatto. Visto che, a Milano, il Pd è ancora a caccia del jolly. Matteo Renzi vorrebbe il commissario Expo Giuseppe Sala come candidato sindaco. Lui ha detto no, ma intanto frullano altri nomi. «Addirittura il direttore della Stampa Mario Calabresi... Ma se fosse, poi, come si fa con le primarie?», rivelano fonti del Pd.

PURE Raffaele Cantone, magistrato presidente dell’Autorità nazionale anticorruzione, viene tirato in ballo un giorno sì e l’altro pure: al posto di Lupi come ministro; in chiave anti-Caldoro per evitare la candidatura di Vincenzo De Luca; come sindaco di Napoli al posto di Luigi De Magistris. Cantone ha sempre declinato, ma chissà che non torni in pole alle prossime amministrative di Napoli. «Sempre che non arrivi Antonio Bassolino, e allora addio jolly della società civile…», sibila un ex Ds.

Rosalba Carbutti

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