ESSERE «trasparenti» non sempre paga. Non è un caso, infatti, che il sindaco di Roma Ignazio Marino, il sindaco del Pd più grillino della storia, alla fine sia caduto proprio per eccesso di scontrini, benché le sue spese di rappresentanza per una città come Roma fossero effettivamente basse (27mila euro in due anni, contro i 55mila di Alemanno). Basta spulciare la voce ‘amministrazione trasparente’ di alcuni Comuni della Penisola, infatti, per rendersi conto che il più «trasparente» in quanto a ricevute è stato proprio Marino. Nessun sindaco, in effetti, pubblica sul web scontrini di ristoranti, bar e varie. Dall’Anci (l’associazione nazionale comuni italiani) emerge che tutte le amministrazioni devono rendicontare pubblicamente le spese di missione o rappresentanza dell’ente (decreto legge 33/2013), ma non è indicato come farlo. E così ogni Comune fa un po’ come gli pare, arrivando all’eccesso del sindaco di Venezia Luigi Brugnaro che su compensi e spese se la cava con un criptico: «La pagina è in fase di implementazione».

COMUNQUE sia, anche tra le amministrazioni di buona volontà, scovare le spese online è quasi una caccia al tesoro. E, una volta trovati, i dati sono incompleti, salvo l’indennità da sindaco con annessa dichiarazione dei redditi quasi sempre presente. Con un’eccezione a sorpresa: quella di Livorno, dove lo stipendio del sindaco grillino Filippo Nogarin non compare. Il primo cittadino l’ha imputato a un errore tecnico, ma poi ha dovuto rimediare diffondendo il suo reddito complessivo: oltre 80mila euro lordi (47.791 dall’indennità da sindaco). Considerando che si lamentava di guadagnare – da sindaco – «meno di un vigile urbano», la cifra potrebbe risultargli scomoda. A suo favore, però, c’è il rendiconto delle spese di missione: le più dettagliate. Aggiornate al 30 giugno 2015, indicano anche una colazione da 2,10 euro per un incontro col ministro Graziano Delrio e un pasto da 0,70 centesimi all’Autogrill per una riunione Anci. Totale, a giugno: 702,45 euro. Di cui circa la metà pagata con la carta di credito del Comune, «strumento» che molti altri sindaci hanno preferito non utilizzare.

A GUIDARE i sindaci senza ‘carta’ c’è Giuliano Pisapia (in compagnia di Nardella, Merola e Fassino). Il sindaco di Milano ha il dono della sintesi e pubblica i costi di viaggi e missioni con cifre aggregate: 1.288 euro nel 2012; 10.349,36 nel 2013; 18.867,10 nel 2014. Una crescita esponenziale dovuta probabilmente ai viaggi per promuovere l’Expo. Tra i sindaci virtuosi c’è poi Dario Nardella che guida Firenze dopo che Matteo Renzi si è trasferito a palazzo Chigi. Spese per missioni e trasferte basse (2.579 euro per il periodo gennaio-marzo 2015; 4.609,31 per l’anno 2014), ma poche spiegazioni. Stessa storia quando c’era Matteo Renzi sindaco con spese, però, più salate, almeno stando al 2012, dove il conto lievitò a 12.616,13 euro (poco più di 3mila, invece, nel 2013).
Va un po’ meglio a Torino, dove Piero Fassino spiega come-quando-perché ha speso tot per una missione. Certo, anche qui si susseguono generici «incontri e impegni istituzionali», ma da presidente Anci si è sforzato più di altri. Le spese? Oltre 17mila nel 2013, 7.780 nel 2014. Non pervenuto il dato 2015, ma scritta nero su bianco l’indennità netta: 5.210 euro.

Nulla da eccepire a Bologna dove c’è pure un sito dedicato (Opendata) con tanto di grafici a canne. Il sindaco Virginio Merola – che arrivò dopo il sindaco Flavio Delbono, inguaiato per i viaggi a spese del Comune con l’ex fidanzata – ha dato il via a una stretta. Spese sotto i 6mila euro all’anno e assessori low cost: nel 2014 ognuno di loro ha rendicontato spese bassissime (da un minimo di 178,95 euro a un massimo di 903,51). L’indennità di Merola? 9.580 euro lordi, duecento in meno rispetto a Marino che ne guadagna 9.762.
Palermo, invece, vince il premio fantasia. Leoluca Orlando per le missioni mischia le date un po’ a casaccio e per raccapezzarsi urge fare i conti. Nel 2015 le spese (indicate) arrivano a 3.734,39 euro, ma l’indennità lorda è da record: quasi 122mila euro. Stipendio più basso per il napoletano Luigi De Magistris: oltre 84mila euro lordi. Abbastanza dettagliati viaggi e spese: più di 8mila euro le spese dell’anno 2012-2013, ma dopo il 30 settembre 2013 c’è il nulla.

Articolo pubblicato il 13 ottobre 2015 su QN

Rosalba Carbutti

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