DOMENICO MESSINESE, sindaco di Gela, feudo del governatore Pd Rosario Crocetta, è stato espulso dal Movimento 5 Stelle a fine dicembre. Come il sindaco di Quarto, Rosa Capuozzo che – dice il primo cittadino siciliano – «chiamerò presto».
Le città amministrate dal Movimento hanno diversi problemi. I 5 Stelle non sono in grado di governare?
«Il M5S è convinto di amministrare realtà locali complesse con gli slogan. Costruire è molto più difficile che criticare».
I politici nazionali non guardano in faccia la realtà, come ha detto ieri il sindaco grillino di Parma Federico Pizzarotti?
«Quando ha chiuso il polo petrolchimico di Gela tante famiglie sono rimaste senza lavoro, poi c’è il problema ambientale, non ci sono gli istituti adeguati per i malati oncologici, l’autostrada Gela-Siracusa è ferma dal 1973… Lo Stato ci ha abbandonato. E io, da sindaco, devo dare risposte. Non posso essere succube della politica nazionale».
Però lei al M5S ci credeva.
«Alle idee di Grillo credo ancora. Ma un conto è l’ideologia, un conto la critica, un altro operare per il bene della comunità».
L’inesperienza si paga?
«Appena eletto, senza nessuna esperienza amministrativa, mi sono trovato davanti a una macchina complessa. Mi sembrava di essere in un Paese straniero dove non conoscevo la lingua».
Il M5S non l’ha aiutata?
«Macché. Ho sentito Grillo due o tre giorni dopo la vittoria alle urne. Una volta sola».
I big non l’hanno ascoltata?o
«Dopo due giorni dall’elezione c’era già chi nel M5S mi attaccava. Ho provato a contattare Luigi Di Maio e gli altri membri del direttorio. Ma mi hanno lasciato solo».
Il Movimento è peggio degli altri partiti?
«C’è chi si erge a giudice e boia, usando metodi squadristi. Negli altri partiti espellono, ma almeno sentono il condannato».
Colpa di Grillo?
«A lui non rimprovero nulla. Direi che c’è qualche cittadino 5 Stelle che si è un po’ montato la testa».
Si riferisce al direttorio?
«Ho deciso di aderire al M5S perché non aveva segreterie di partito. Ma ora c’è il direttorio…»
Il web è meno influente?
«La chiamavano democrazia, ma ormai il Movimento è una setta, c’è un regime dittatoriale. O segui il pensiero unico o sei un nemico».
Lei ha fatto ricorso.
«Certo. Mi hanno cacciato con un’asettica mail»14.
L’accusano di non essersi ridotto l’indennità da sindaco e di aver aver avallato un’intesa con l’Eni.
«Un dirigente del Comune prende 10mila euro, io meno di 2.800. Facendo l’ingegnere Telecom guadagnavo di più».
D’accordo, ma l’etica grillina…
«Sono ipocriti. Usano logiche di partito. Mi hanno espulso perché ho cacciato gli assessori vicinissimi al deputato dell’Assemblea regionale siciliana, Cancelleri».
Poi c’è la questione Eni.
«Chi fa il parlamentare a Roma, non capisce. Vorrei che venisse per una settimana a fare l’assessore qui a Gela…».