IVAN DELLA VALLE, piemontese e No Tav, è quello che si dice un deputato M5S ortodosso. Ma il post di Beppe Grillo apparso a quattro giorni dal voto sul ddl Cirinnà non gli è andato giù.
«Era completamente inaspettato. Nessuno ci ha avvisato…».
Da dove nasce questa idea della «libertà di coscienza»?
«Non credo che Grillo possa scrivere post simili. Anche perché spesso vengono firmati».
Di chi è, quindi, la ‘manina’ misteriosa?
«Non ho elementi per dirlo. Di certo c’è qualcuno a cui non stava bene il ddl Cirinnà e ha fatto una forzatura».
C’è dietro qualcuno del direttorio? C’è chi accusa Di Maio…
«Non lo so. Di certo c’è che dopo la presa di posizione sulla libertà di coscienza sul blog, Di Maio su Facebook ha subito preso posizione a favore della scelta».
Qualcosa non torna?
«Sì. In genere un post su un tema politico nasce dopo un confronto tra Casaleggio, il gruppo comunicazione di Camera e Senato e il direttorio che dovrebbe portare le istanze dei gruppi».
E invece non è andata così?
«Diciamo che se la scelta arriva da una minoranza che dà una linea diversa da quella decisa in Rete e soprattutto all’assemblea dei gruppi parlamentari c’è un problema politico. Per questo serve un chiarimento».
Tra i punti da chiarire anche la leadership del M5S.
«Grillo e Casaleggio sono i garanti che fanno rispettare le regole. Ma il post in questione interferisce con la linea politica, da qui il sospetto che dietro ci siano altre mani».
Domani c’è l’assemblea dei senatori. Com’è il clima tra voi parlamentari?
«Tranquillo. Saremo compatti in Aula, i colleghi contrari al Senato saranno al massimo due… Alla Camera, chissà, cinque o sei».
Forse si volevano evitare le espulsioni di chi votava contro la linea del gruppo.
«Ma no. La Fucksia ha votato in dissenso per un anno prima di essere cacciata. Figurarsi se in un caso del genere sarebbero stati presi provvedimenti…».
Allora come spiega il ‘liberi tutti’?
«Si tratta di un suicidio politico. Così facciamo contento Alfano. Ma anche Renzi che, se prima era in grande difficoltà con la sua maggioranza, ora potrà far ricadere su di noi le colpe di una legge al ribasso, magari senza stepchild adoption».
C’è chi dice che sia una «tattica» per non essere tacciati di essere la stampella del Pd e non perdere voti a destra.
«Un errore. Ma, se anche fosse giusta, abbiamo sempre detto che le leggi giuste le avremmo votate. Fare tattica politica a discapito dei diritti non è nel nostro Dna».
Sul web vi accusano di essere dei traditori. Addio purezza?
«La nostra linea è sempre stata la coerenza. Il 91% di iscritti votò online a favore delle unioni civili. È la prima volta che non rispettiamo la decisione della Rete. Sono allibito».

Intervista pubblicata l’8 febbraio su QN

Rosalba Carbutti

Twitter@rosalbacarbutti

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