«CONGRATULAZIONI a Nichi Vendola e a Ed». Ma, a parte gli auguri «all’amico Nichi, compagno di tante battaglie» il mondo gay è diviso. E se tutti scelgono il politicamente corretto («è un fatto privato, guai a strumentalizzarlo»), sulla maternità surrogata e sulla linea da tenere per le prossime battaglie si ammettono divisioni. «Il vero obiettivo della piazza del 5 marzo è il matrimonio egualitario. Anche perché su questo tema siamo tutti d’accordo», chiosano leader e storici attivisti dei diritti gay. Come a dire: sul resto la spaccatura c’è. Lo rivelano le varie associazioni, lo scrivono gli attivisti su Facebook nella pagina sulla manifestazione Lgbt (lesbiche, gay, bisessuali e transgender) di Roma per chiedere di più rispetto al ddl approvato al Senato. E c’è pure chi si lascia sfuggire, in merito alla paternità di Vendola, un «ci mancava solo questo»…
Quindi, non stupitevi: a parlare di «degenerazione dell’utero in affitto» non ci sono solo i duri e puri di Ncd e, benché con toni più soft, qualche democratico di fede cattolica. Pure qualche voce del ‘mondo’ gay s’indigna, come del resto si schierò contro la legge su aborto e divorzio Pier Paolo Pasolini.
Enrico Oliari, presidente di Gaylib, vicino al centrodestra e alle posizioni di Mara Carfagna, non fa giri di parole: «Un bambino dovrebbe crescere con un padre e una madre, almeno fino all’adolescenza per portare a termine il processo identificativo. La stepchild adoption? Abbiamo detto no perché favorisce l’utero in affitto». Il segretario, Daniele Priori, aggiunge che «Gaylib non scenderà in piazza per non mettere a repentaglio il compromesso, tutt’altro che al ribasso, raggiunto».

E SE Franco Grillini (decano dei diritti degli omosessuali) gli fa da contraltare, festeggiando, invece, all’idea «del primo leader politico gay che cambierà il pannolino a suo figlio», c’è Aurelio Mancuso di Equality che ammette «di avere dubbi». «Certo le discussioni si fermano di fronte a un bambino che ormai c’è – dice Mancuso – e che deve avere tutti i diritti degli altri bebè. Ma su due uomini che si servono del corpo di una donna (benché consenziente e senza sfruttamento) ho perplessità».
Alessio Di Giorgi, direttore di Gay.it, è forse quello dotato di maggior realismo politico. «Vendola? Non commento, è una scelta sua. Di sicuro c’è che sia l’adozione del figlio del partner sia una nuova legge sulle adozioni per coppie etero e gay non sono il cuore della legge delle unioni civili». Tradotto: «Pensiamo prima che la rivoluzione sulle unioni civili per le coppie omosex sia applicata dalla Val Brembana al paesino sperduto della Calabria. Poi, si può ragionare di adozioni e ancora di più di matrimonio egualitario. Ma si deve andare avanti passo passo, convincendo il Paese».
Fabrizio Marrazzo, portavoce di Gay center, dopo gli auguri al leader di Sel, punta proprio «alle adozioni delle coppie gay, non solo alla stepchild». Ma anche lui fa sapere che la ‘gestazione per altri’, riguarda per il 96% le coppie etero e non è affatto la priorità.
«Ci accontentiamo di adottare bambini già nati, anche perché andare all’estero sia per sposarsi sia per concepire un figlio è una possibilità che possono permettersi in pochi».
Grillini preferisce buttarla sul ridere: «Assurdo tutto questo casino sulla maternità surrogata. Riguarderà qualche decina di coppie gay. Ciò che fa discutere, nel caso di Ed e Nichi, è che sono due maschi. Fossero state due donne sarebbe stato diverso. Il mammo non va giù, perché rovescia i ruoli».

Rosalba Carbutti

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