Il Parlamento catalano sfida la Spagna e ci riprova a vincere la battaglia per l’indipendenza da Madrid. E i catalani, ecco, festeggiano. In un paesino della Costa Dorada o Daurada in catalano (si chiama così per il colore delle sue spiagge) l’iniziativa piace eccome. E, tra una tapa di jamon (‘pernil’ in catalano) e l’altra, c’è chi lo spiega così tutto questo fervore: “Catalogna non è Spagna. A partire dalla lingua. Noi parliamo, studiamo, pensiamo in catalano, non in castigliano. E se andiamo in giro, per la Spagna, parlando in catalano ci guardano male eh. Siamo diversi. Diversissimi. Io sono catalano, non spagnolo. Fosse per me, sai che cosa farei? Ecco, beh, una bella muraglia cinese che divida: Catalogna di qua e Spagna di là”. E intanto mi portano il menu: ‘catalano o castigliano’? “Tutti e due grazie”. Il ‘muro’ iberico non ce la faccio neanche a sentirlo.

Rosalba Carbutti

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