Michael Plummer, direttore della Johns Hopkins

Inizia l’era Trump, che cosa ne sarà di noi? La prima vera domanda, dopo essere stati distratti dalla cerimonia di Capitol Hill e dal vestito carta da zucchero di Melania Trump, è questa. Michael Plummer (nella foto), professore di economia internazionale e direttore della Johns Hopkins, prova a fare previsioni. Ma con una premessa: «Trump è imprevedibile».
Partiamo dall’Europa. Che cosa dobbiamo aspettarci?
«Nei primi due anni della presidenza del tycoon, gli effetti potrebbero anche essere positivi. Trump ha detto che investirà molto sulle infrastrutture. Questa politica espansiva, assieme alla riduzione delle tasse, porterà a un aumento del deficit Usa e potrà dare una spinta alla crescita e, quindi, aiutare la Ue».
Ci saranno anche effetti sul valore del dollaro?
«Il dollaro sarà fortissimo, come con Reagan. Da qui, più importazioni da Ue e resto del mondo».
Si festeggia?
«Non proprio. In questo modo gli Usa si indebiteranno di più. Morale: passati i primi due anni, la crescita non sarà più sostenibile e saranno dolori».
Altri errori in vista?
«Il neo presidente insiste molto sull’industria manifatturiera americana, ma è un errore. Il manifatturiero vale solo il 9 per cento dell’economia statunitense, mentre i servizi sono davvero importanti. Questa impostazione rischia di fare danni non solo agli Usa, ma anche all’economia degli altri Paesi».
Torniamo al breve periodo: l’onda populista.
«Trump non è un repubblicano tipico: è un populista. Questo insistere sul protezionismo e sul settore manifatturiero è il contrario delle istanze del suo partito. È un’impostazione da democratico radicale, stile Bernie Sanders (il candidato battuto da Hillary Clinton alle primarie democratiche, ndr)».
Il neo presidente parla, infatti, di ‘movimento’, mai di partito.
«Bisogna vedere se il presidente Trump sarà come il candidato. Dal discorso d’insediamento non vedo contraddizioni…».
E l’America si è spaccata e il fronte anti-Trump protesta.
«Donald non ha fatto il solito discorso: ‘Sono il presidente di tutti’. Contro di lui ci saranno più tensioni, ma anche coi predecessori ho visto grandi lune di miele».
Sul fronte delle alleanze ne vedremo delle belle…
«Chi se ne intende è piuttosto nervoso. Trump dal punto di vista della politica estera crea incertezze incredibili. Non solo sui rapporti con la Russia, ma anche con Taiwan, Israele, Messico e Medio Oriente».
Il fronte populista, intanto, si sta scaldando anche in Europa.
«Non è un caso che ieri ci sia stato il meeting tra Marine Le Pen, Matteo Salvini, l’olandese Wilders…».
Senza contare che l’asse Gran Bretagna-Usa è sempre più forte: l’Europa rischia di morire?
«Non esageriamo. Certo, la forte sintonia tra Theresa May e Trump non aiuta l’Europa. Ma pensare che senza Donald ci sarebbe stata una Brexit più leggera, è un errore. La Brexit dev’essere hard e con regole chiare».
Patto Trump-May e Brexit, che cosa succederà alla Ue?
«Per difendersi ed evitare che altri mollino l’Europa, per una volta gli altri Stati potranno sentirsi più vicini».
Miracolo: finirà l’Europa dell’austerità a trazione tedesca?
«Diciamo che spesso si tende a scaricare le colpe sugli altri. Trump ce l’ha con la Cina e il Messico, l’Italia spesso considera l’Europa la fonte di tutti i suoi problemi. Ma altro che Ue, i problemi sono tutti italiani…».

Intervista pubblicata su QN il 22 gennaio 2017

Twitter: @rosalbacarbutti

 E’ questione di cuore è anche su Facebook
Ps: Per chi volesse leggere i vecchi post, clicchi qui: http://club.quotidiano.net/carbutti