Quanto vale la Cosa Rossa (che non è una Cosa Rossa anche se al rosso non ci sputo sopra, cito a braccio Pier Luigi Bersani)? Quanto toglie la giravolta di Emiliano? E quanto varrebbe una forza di sinistra? Domande, dubbi che si rincorrono in queste ore. Ma, al di là dei freddi numeri, diciamoci la verità: quanta emozione ha suscitato questa scissione? C’è davvero qualcuno che si è stracciato le vesti? Solo Bersani, in tv a Di Martedì, ha mostrato un minimo – dico un minimo – di commozione. E pure Floris, che ha mostrato una certa umana simpatia per l’ex segretario, ha provato a convincerlo: ma perché se ne va? Perché? Perché? Le risposte sono tante. Renzi non è un tipetto facile. Il congresso lampo non piace per niente. Sperticarsi in lodi per Marchionne, ecco, fa vacillare chi sta da anni-annorum nella Ditta. Ma, viene da chiedersi, ne vale/valeva la pena? Perché, al di là dei freddi e gelidi numeri, una scissione dovrebbe far sussultare un po’. E, invece, eccola lì. Abbiamo in mente Occhetto che piangeva, oggi abbiamo D’Alema che con graffiante lucidità dice che ‘Matteo ha fallito’. E liquida Emiliano, così, con sarcasmo: ‘Lui vuol fare Che Guevara? Ma se non ha il fisico’. E’ tutto qui? Qualsiasi cosa può rompersi senza manco sentire il rumore dei cocci? Se, effettivamente va così, perché dividersi? Della serie,  forse era meglio non scindersi e rimanere, lì, in disparte.

Rosalba Carbutti

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