E' questione di cuore

Razzi: “Per Berlusconi camminerei sul fuoco…”

Antonio Razzi, senatore di Forza Italia, ostenta tranquillità.
«Non credo che Berlusconi possa fare a meno di me. Ho un ruolo delicato che nessuno può avere al posto mio...».
Ci spieghi...
«Sono l’unico occidentale che dialoga con Kim Jong-un, il capo della Corea del Nord. Ma non solo: intrattengo rapporti anche con il Brasile, il Venezuela. Insomma, faccio il bene. Il bene della Nazione».
Sta dicendo che in caso di rapporti più tesi tra Trump e il dittatore nord-coreano lei potrebbe mediare?
«Eccome. In Corea del Nord mi vogliono bene. Ho portato anche mia moglie là e lei ha visto come mi accolgono, quanto sono benvoluto».
Non è detto, però, che questi rapporti speciali le garantiranno un posto in lista alle Politiche. Lo sa?
«Certo. Ma io resto disponibile per il partito. Io a Berlusconi sono sempre stato fedele, io sono di Berlusconi. Quindi se anche non mi candida la mia riconoscenza non cambia».
Il Cavaliere che cosa dice di una sua possibile ricandidatura?
«Non ne abbiamo parlato, anche se il collegio di Pescara mi spetterebbe... E comunque non vedo perché non dovrebbe riconfermarmi».
Non si è accorto che nei partiti c’è una guerra per i posti?
«Eccome, è un litigio continuo. C’è tanta gente che ha tradito Berlusconi e ora, che le cose si sono rimesse bene, è tornata da lui a chiedere un incarico. Una vergogna».
Detto da lei che mollò all’improvviso l’Idv per passare a Forza Italia...
«Nel mio caso è stato diverso. Lo sa che lì (nell’Idv, ndr) nessuno mi salutava, né mi rispondeva se chiedevo qualcosa? Mia moglie era stata male e l’unico che s’informò del suo stato di salute fu Berlusconi. Un vero signore. Per lui farei tutto: anche camminare sul fuoco».
Dica la verità: fa queste dichiarazioni per avere un posto blindato?
«Ma no. Dopo aver lavorato 60 anni potrei anche dedicarmi all’agricoltura e alla mia famiglia. Per i mie figli, nonostante sia senatore della Repubblica, non ho fatto nulla. Pensi, lavorano sodo come operai: uno in Svizzera e uno in Spagna».
Insomma, non è attaccato alla poltrona?
«Ho sgobbato parecchio: 41 anni in Svizzera e 12 come parlamentare, ora posso anche godermi la pensione. Nessuno lo dice, ma io a 24 anni ero già capo operaio in Svizzera. Una cosa mica da tutti. Certo per il Paese sarebbe una grossa perdita non avermi in Parlamento...».
Non rischia di peccare di immodestia?
«Ma no. Io ho sempre lavorato per portare la pace nel mondo e far del bene agli italiani. E poi, diciamolo, sono un personaggio famoso in Italia e nel mondo che potrebbe portare un bel po’ di voti al partito».
È così famoso grazie ai suoi rapporti con il dittatore nordcoreano?
«Ma va. Grazie all’imitazione di Maurizio Crozza sono diventato famoso. Mi chiedono foto, selfie. Ma io non mi monto la testa. Viaggio in seconda classe, in pullman e mangio in ristoranti semplici. E la gente mi guarda a bocca aperta perché sto in mezzo a loro. D’altra parte se uno come Crozza ti prende di mira, significa che vali qualcosa. Tra le sue parodie c’è pure il Papa...».
Rosalba Carbutti
Intervista pubblicata il 7 gennaio su Qn (Carlino, Nazione e Giorno)/Rubrica 'POLITICA ADDIO'

Twitter: @rosalbacarbutti

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