L’ordinanza del sindaco di Luzzara
Andra Costa, il sindaco di Luzzara, sembra un personaggio in cerca d’autore. La sua ordinanza anti-odiatori sul web è ormai una imbarazzante messa in scena: il sindaco che cerca di combattere il dramma dei cattivi della Rete finisce per essere protagonista di quel dramma. Lui, che scrive l’ordinanza buonista, è uno dei ‘cattivi’. Viveva quel dramma. Il dramma dei leoni da tastiera che non si controllano. Basta un iPad, uno smartphone o un computer per cambiarci. Anche senza arrivare a frasi choc, l’irrefrenabile tentazione di postare, commentare, dire la propria contagia tutti. E quando si ‘socializza’ in continuazione si rischia di scivolare in frasi spiacevoli, battute sceme, parolacce gratuite. Mamme, papà, studenti modello, amici di famiglia. E, sempre di più, ahinoi, sindaci, vicesindaci, ministri, presidenti del Consiglio. Tutti possono cascarci. Bastano pochi secondi e quei tweet, post o foto infelici diventano un boomerang. E una persona paciosa si trasforma in odiatore sul web.
Il primo cittadino di Luzzara è uno di questi. Poco dopo Natale twittava: «Conte, Salvini e Di Maio pagliacci pericolosi» e definiva Salvini «coglione pericoloso». Non proprio il massimo per un amministratore che una manciata di giorni dopo ha l’idea (geniale) di firmare un’ordinanza anti-insulto libero apprezzata pure in Canada. Com’è possibile? Costa si è difeso così: «Proprio perché il contesto è inquinato che si rischia di ammalarsi. Ed è quello che stava capitando anche a me: da qui ho avvertito ancora di più l’urgenza di emettere quell’ordinanza».
Tradotto: non sono stato in grado di controllarmi. È la sindrome Napalm51, il personaggio di Maurizio Crozza
che sui social odia tutto e tutti. Un vomitatore di bile, cattiveria, risentimento. Per lui (e quelli come lui), ma anche per noi un’ordinanza non serve. Basta postare di meno. E pensare di più.
Rosalba Carbutti
Twitter: @rosalbacarbutti
Il mio commento pubblicato su QN il 7 gennaio 2019