Milioni e milioni di italiani hanno seguito la fiction Rai che ha ricordato Adriano Olivetti
e il suo sogno (o utopia) aziendale. Una grande avventura di un imprenditore
illuminato spezzata e mai seguita ad alto livello manageriale. Olivetti aveva
progettato a Ivrea la città-fabbrica dove i lavoratori erano protagonisti. Dove la
dignità del lavoro era al primo posto. C’erano gli asili aziendali (quelli che si magnificano oggi), le grandi vetrate dei padiglioni perché i dipendenti potessero vedere quanto di bello c’era fuori. Quanto sono rimaste lontane quella filosofia e quella lungimiranza dalle nostre
fabbriche? Molto. Manel tunnel della crisi non ci sono solo cassa integrazione e tagli. Ci sono fari e segnali da alimentare. Il cardinale fiorentino Giuseppe Betori inaugurando un’apprezzabile iniziativa della Provincia ha ribadito che «il lavoro deve venire prima di tutto», che «è necessario restituire dignità alle persone» e che «non sarà la finanza a risolvere i problemi che ha generato». E il leader fiorentino della Cisl Roberto Pistonina ha rilanciato l’esigenza di un patto che coinvolga lavoratori e imprenditori. E allora merita un plauso anche il segretario Pd Epifani che dopo aver ascoltato il finanziere Serra alla Leopolda renziana ha detto: «Preferisco di più ascoltare i manager, le imprese, cioè chi produce reddito e lavoro attraverso investimenti e occupazione».