Riflessioni da Guinness
Pochi giorni fa è arrivata agli uffici dei Guinness World Records una segnalazione: il segnalato si 'candidava' per concorrere al titolo di 'cavallo più vecchio del mondo'. Titolo che ha poi ottenuto. Si trattava di un arzillo vecchietto con coda e criniera, a detta dei suoi proprietari in strepitosa forma psicofisica (e le foto che lo ritraggono al galoppo lo confermano) di nome Shayne: 51 anni passati e una vita 'da pensionato' a Brentwood, Essex, Inghilterra.
Mi ha fatto sorridere e riflettere quello che ha detto la sua proprietaria: "A volte mi domando se il segreto della lunga vita di Shayne non sia prorpio il suo carattere gioioso e la capacità di godersi, così spensieratamente, la vita e la meritata pensione!".
A volte me lo domando anch'io. Ma il segreto di lunga e sana vita - 'meritata pensione' a parte, che per la nostra generazione è lontanissima oltre che un vero e proprio miraggio - non è forse davvero vivere con gioia ogni momento di vita presente? Con più leggerezza. Come un po' ci insegnano gli animali. E gli improvvisi addii, che ricordano all'uomo la fugacità del suo essere. Il riferimento non può non essere adesso a Lucio Dalla, un poeta, uno dei più grandi cantautori italiani che se ne è andato lasciandoci le perle della sua anima bella e, come quella di ogni uomo che si ponga domande, turbolenta. Come il suo Sonny boy ne 'Il parco della luna' sarà forse ora 'a metà strada tra Ferrara e la luna'...