Una passione che fortuna!

Io viaggio lento

Sono partiti da Bologna, destinazione Iraq. Ormai sono in cammino da quasi un  mese: due uomini e tre cavalli, seguiti da un camper con a bordo altre due persone e quattro cani. Il viaggio a cavallo è stato intrapreso da Piero Bernardi, esploratore e film maker, e Giampiero Franchi, mentre Barbara Guerra, compagna di Piero, e Annibale Tatini detto 'Bibi' seguono in camper con i cani. I cavalli, due montati da Bernardi e da Franchi e uno con il basto, sono tutti ex trottatori e chissà... che fine avrebbero fatto con i tempi che corrono, non 'correndo i tempi' che giustificano una carriera in pista, se non li avessero presi loro. Non dimentico, alla conferenza stampa dell'11 settembre a Bologna dove c'erano anche i tre cavalli, come Piero li accarezzava, teneva a tratti una mano appoggiata sul collo o sul garrese dell'uno o dell'altro. In certi momenti li guardava con un affetto che si vedeva e che mi ha fatto uscire completamente dal rumore di quello che accadeva intorno. Che fortuna hanno certi animali a capitare con certi esseri umani.

Molti hanno detto: "Ma come fanno queste persone a stare via un anno? E il lavoro?". E vivere la vita? Viene da rispondere. Piero e Barbara, ad esempio, sono titolari di un ristorante a Vidiciatico. Si sono organizzati e l'hanno dato in gestione per un anno.

E tra un anno avranno percorso circa 6mila chilometri. Un viaggio che, mi ha spiegato Piero durante una breve intervista fatta il giorno della conferenza stampa, ha significati particolari e chiari tra cui unire simbolicamente due città ferite da terribili stragi: Marzabotto, in provincia di Bologna e nota per l'omonimo eccidio, e Halabja, nel nord dell'Iraq, anch'essa teatro di un massacro contro la popolazione curda. Viaggiare a cavallo, mi ha spiegato Piero mentre ci siamo presi qualche minuto lontano dalla cerimonia, è uno dei modi più antichi di spostarsi e permette non solo di assaporare l'anima dei territori attraversati, ma anche di conoscere le persone che ci vivono, fermarsi, parlare, entrare nella cultura e nei costumi di un popolo, di una terra. Nella storia di un uomo.

Un viaggio in onore della lentezza, quindi, per il bisogno di "sentire il sapore" di cose, luoghi e persone, per la necessità di osservare, assorbire, condividere, cogliere. E il cavallo, viaggiare a e con il cavallo che è maestro in questo e corre solo per fuga o per energica allegria, è ancora una volta  maestro di vita. Stare con lui ci ricorda che per vedere e assaporare le cose, per ritrovare noi stessi e un senso più profondo della vita, dobbiamo rallentare. E metterci così, ovunque noi siamo, in viaggio.

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