I tesori abbandonati
L'Italia, patria di bellezze, di opere invidiate e amate in tutto il mondo, di luoghi unici, gioielli così diversi gli uni dagli altri e tuttavia così vicini gli uni agli altri (lo Stivale, si sa, è piccolo). Allora penso, tra le tante perle abbandonate lungo la penisola, al luogo stupendo dei Pratoni del Vivaro, alle porte di Roma, della Capitale, il centro d'Italia.
Un posto da sogno davvero, per i cavalli e per chi vive con loro, per gli appassionati della disciplina del Completo più che mai... Durante il "Pratoni day" organizzato qualche giorno fa e al quale hanno aderito oltre 2mila persone, tra cui grandi cavalieri, i "no" alla decadenza che sta fagocitando questo luogo storico orgoglio dell'equitazione italiana sono stati forti, concreti, chiari. Allora tutti si sono rimboccati le maniche, scendendo in campo anzi salendo a cavallo, per manifestare ma anche per mettere insieme una lista degli interventi necessari per rimettere in piedi il Centro e aiutare il Coni a trovrae fondi per poterlo riaprire. Ci riusciranno? Ci riusciremo? Mi viene da dire, loro... ce lo lasceranno fare stanziando il denaro necessario per? Ma "loro" chi sono e perché parlano sempre e non fanno poco? Penso a tanti esempi, penso a l'Aquila.
Pare che questo denaro necessario per risanare i tesori del nostro paese slitti sempre, i cosiddetti beni pubblici, pare essere simbolicamente sempre appoggiato su un piano liscio costantemente inclinato da una parte per cui tutto, questi soldi, va sempre e solo da una parte. L'altra sera un giornalista de La7 è andato a L'Aquila. Ci pensate? Entriamo nel quinto anno dopo il terremoto che l'ha distutta nel 2009. Il centro della città è oggi ancora deserto, le basiliche il Comune il Forte Spagnolo simbolo della città, sono relitti, abbandonati, mezzi distrutti e senza più anima, senza vita, senza un cenno che dica qualcosa sta rinascendo, qualcosa si muove. Silenzio.
Cosa dobbiamo fare più che scendere nelle piazze o salire a cavallo, più che manifestare in ogni modo possibile per esprimere un dissenso, una nuova idea, per fare squadra tra di noi sfruttando web e social, gli istituti di democrazia diretta. Gli italiani stanno facendo molte cose per promuovere diverse l'uscita dall'indifferenza, che punta dritto verso il declino dei nostri tesori. Non possiamo stare fermi, oguno con la propria persona o anche attraverso il proprio lavoro, guardando il nostro Bello che si spegne, che viene lasciato a se stesso e si ripiega, come un fiore alla fine del suo ciclo vitale. No. I nostri tesori li proteggeremo, anche perché prendendoci cura di ciò che amiamo e, infondo, prendendoci cura così anche di quella parte di noi che crede nel Bello, nel Buono e che ha bisogno di sperare, di vedere oltre quello che c'è, di immaginare che qualcosa di migliore si può e si potrà fare.