Una passione che fortuna!

A caccia… di emozioni (forti)

Mai avrei creduto che la Caccia alla volpe a cavallo potesse essere così adrenalinica, divertente, elegante e al contempo semplice, un po' pazza. Una giornata bucolica, quasi in un altro tempo, quello dell'Inghilterra di fine '500: il rigoroso look di cavalieri e amazzoni, pantalone bianco e plaston solo per citare due dettagli d'obbligo, i bellissimi cavalli, quasi tutti Purosangue inglesi usciti dalle corse di steeplechase e quindi grandi saltatori, i cani, Foxhound che corrono dietro alle tracce di una volpe finta (in realtà è un essere umano che trascina per un certo percorso la strusa, lo straccio imbevuto di urina dell'animale). 

L'equitazione nobile di campagna, di un tempo che fu, un tempo in cui certe paure, come quella di farsi male, non esitevano. Poi magari ci si faceva male, ma non era abitudine pensarci prima. Non esisteva il seme della paura nella coscienza collettiva, come invece è oggi, non solo a cavallo ma in tante troppe cose della vita. La paura della paura, quella che c'è a prescindere.

Qui, oggi, al Castello di Morghengo, Novara, questa paura non esiste e la libertà, le leggerezza che ne deriva è tangibile, la respiro, e mi sento a casa, in pace. L'occasione di questa esperienza è l'intervista a Federico Ferrero, vincitore di Masterchef 2014 e grande appassionato di equitazione, che uscirà sul prossimo numero di Cavallo Magazine in edicola a fine maggio. E' stato lui a propormi di incontrarci qui, invitandomi a questa Caccia dopo aver sentito il mio entusiasmo, grazie alla disponibilità del suo amico Claudio Limontini, che non solo ci ha ospitati nel suo bellissimo castello ma ci ha anche messo a disposizione le sue preziose cavalcature, i Purosangue che abbiamo montato sono infatti suoi. Eccezionali esseri... equilibrati, generosi e sensibili, potenti, così belli.

La Caccia alla volpe. Dopo averla fatta l'ho pensato. Questa cosa è adatta solo a chi non ha paura, solo a chi è un po' incosciente e ama profondamente cavalli e campagna, ed è a caccia più che di volpi di forti emozioni e, indiscutibile, deve saper montare bene. Si corre, galoppando tanto, tutti insieme, se non sei "uno" con il tuo cavallo rischi di farti davvero male, poi i salti in campagna, uno, due, quattro uno dietro l'altro, nel bosco, poi si curva, in derapata, occhio a non lasciare un ginocchio sul tronco di un albero, e via, il galoppo si apre ancora, i cavalli, le loro gambe lunghe e leggere si slanciano in falcate sempre più ampie, attenzione ai rami, gli occhi, poi si rallenta, al trotto, passo, giù nel fiume, una pausa grazie a Dio c'è il prossimo check. Fiato corto, per me, sorriso stampato, una felicità che non ha parole. Il sudore, tuo e del cavallo, che non può non essere che completamente insieme a te. Tu insieme a lui.

Con noi circa 40 cavalieri e amazzoni, da Piemonte e Lombardia, l'ottima compagnia dei cavalieri delle Società di caccia alla volpe di Milano e del Monferrato. Tanto di cappello per gli over 70 che montano meglio di me, c'è chi partecipa anche con la protesi all'anca e sotto la sella ha uno stupendo cavallo di cinque anni che è tutto fuoco. Vorrei invecchiare anch'io così. Non ci pensano nemmeno a non esserci quì oggi, domani là, ma siamo matti... no, non si rinuncia a giornate così mi dice un signore quando, io distrutta e lui tutto d'un pezzo, stiamo tornando verso lo Sporting Club Monterosa dal quale siamo partiti.

 E ora, con queste emozioni (forti) ritrovatate nel cuore... chi ci rinuncia più? Torno a casa e vado a comprare due paia di pantaloni per montare a cavallo e uno stivale nuovo... ci vuole. Mi torna in mente ora che scrivo una frase di un libro che lessi tanto tempo fa, Tsugumi di Banana Yoshimoto. Diceva: "Giornate di una felicità intensa capitano rare volte nella vita, ed è grazie a questo vivido miraggio che le persone riescono a tirare avanti e a invecchiare". Non la penso proprio così, però è vero, le giornate di intensa felicità rimangono un vivido miraggio che ci attrae verso il futuro prossimo, invitandoci ad avere fede, che la semplicità della felicità esiste e tornerà, presto.

 

 

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