Prosit, tornare a correre con le giuste misure
di MARCO NANNETTI
QUANTA confusione in questo momento nel mondo enogastronomico, pur senza motivo apparente! L’onda della passione è ancora in grande crescita ma il settore trasuda tensione forse perché, come spesso succede nel nostro Paese, si parla molto ma non si pratica affatto. Le percentuali di esportazione delle aziende vitivinicole italiane sono incredibili, si va dal 70% in su e ciò significa che inspiegabilmente il mercato interno è in netta frenata. Ma nel periodo di maggiore entusiasmo, la colpa di questa controtendenza sarà tutta della crisi economica?
FORSE c’è dell’altro. Può essere che non siamo riusciti a gestire il momento e abbiamo prodotto vino in quantità esagerata senza studiare a fondo il mercato interno. Forse sono troppe le grandi aziende in grado di piazzare sul mercato estero elevate quantità di bottiglie, mentre meno spazio è stato dato alle aziende piccole, perché la strada stretta se viene superaffollata crea solo rallentamento e non porta da nessuna parte. Anche nella ristorazione la situazione è caotica. Si trovano sempre meno carte dei vini adeguate e che rispecchiano la cantina vera, quindi siccome alla fine un vino c’è più o meno in tutti i ristoranti, se la carta non è perfetta, meglio non darla al cliente tanto è uguale, anzi forse meglio. Sarebbe come presentare un menu dove il 30% dei piatti non è disponibile. Ricapitolando, cosa si può fare? Tornare alla voglia di ‘correre’ che c’era venti anni fa, poiché il traguardo che sembrava vicino si sta tornando ad allontanare e per vincere, e far tornare la calma, bisogna cambiare passo. Prosit!