Non esiste ambasciatore migliore del capolavoro di un grande Maestro. Possibilmente, del Rinascimento fiorentino. Llo dimostra il successo della trasferta nipponica dell’Annunciazione di Leonardo da Vinci, spedita a Tokio nel lontano 2007 e l’azzardata ipotesi (felicemente respinta) di mandare in Giappone addirittura la Primavera di Botticelli. Ora  un’altra Annunciazione – questa volta l’affresco “strappato” di Sandro Botticelli, decolerà alla volta di Israele.  ”L’Annunciazione di San Martino alla Scala”, conservata agli Uffizi di Firenze – è destinata infatti a incantare il pubblico de Museo di Israele, a Gerusalemme, dove resterà alcuni mesi.

A portare, per la prima volta, il grande affresco “strappato” nello stato ebraico, è stato la Soprintendenza fiorentina in collaborazione con la Fondazione Italia-Israele per la cultura e le arti. Alla presentazione dell’opera, in programma per martedì  17 settembre a Gerusalemme, sono previsti – ha spiegato il direttore generale della Fondazione, Simonetta Della Seta – il ministro italiano dei beni culturali Massimo Bray e il suo omologo israeliano, signora Limor Livnat.

L’opera – un grande dipinto murale che misura 243 centimetri per 555 – è databile al 1481 e originariamente si trovava nell’ospedale di San Martino alla Scala a Firenze, in una delle logge. Fu in seguito trasferito all’Uffizi, dopo essere stato restaurato. Durante la presentazione del dipinto il 17 settembre, la ”lettura” sarà affidata al soprintendente per il Polo museale fiorentino, Cristina Acidini. Non mancheranno le polemiche sui problemi legati al trasporto e alla sicurezza della grande opera del Botticelli, che nel gesto di Maria – così religiosamente remissivo –  sembra anticipare alcune figure dell’attività più tarda dell’immenso Maestro del Rinascimento, già “contaminata” dal misticismo che ne contraddistingue l’ultimo periodo.

Capolavoro che va, capolavoro che resta. Una cosa è certa:  l’arte viene considerata in primo luogo un veicolo di attrazione turistica.

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