L’Iran e il fantasma del nucleare
Il nucleare è un'arma politica. Specialmente in Iran. Per evitare il panico mondiale causato dal continuo proclamare guerre nucleari e l'esplosione di bombe atomiche, potrebbe essere necessario affrontare la situazione iraniana con maggiore rigore scientifico.
In un test di prova, la Marina iraniana ha lanciato missili a lungo raggio di nuova fabbricazione, dotati di tecnologie “stealth”. Il missile, chiamato “Ghader” è una versione migliorata di un’arma già esistente, e ha un raggio balistico di 200 km, e può viaggiare a bassa quota. Il Ghader è un missile ultramoderno, dotato di un radar di grande precisione e di un sistema “intelligente” per non essere rilevato. Altri missili verranno sperimentati dalla Marina.
Il test missilistico avviene pochi giorni dopo che l’Iran ha annunciato di aver sperimentato la sua prima barra di combustile nucleare prodotta in maniera autonoma. La notizia è stata confermata dall’Agenzia atomica iraniana con un comunicato posto sul suo sito web.
Per fare maggiore chiarezza sui fatti. La proliferazione del materiale atomico nasce in realtà in Europa, più precisamente in Francia e Germania ovvero i maggiori produttori europei di energia nucleare. I due paesi in questione hanno fornito per primi le centrifughe che hanno permesso e stanno permettendo al paese islamico di produrre materiale bombabile e, quindi, di mantenere vivo il terrore in tutto il mondo. Queste centrifughe vennero fornite in realtà al Pakistan che le smistò nell'area mediorientale. Le centrifughe sono molto complesse e difficili da assemblare in quanto sono l'elemento centrale per l'estrazione dell' Uranio Arricchito ( U-235) utile alla costruzione poi di testate nucleari.
Nei primi anni '70 infatti le centrifughe che vennero fornite al Pakistan erano in acciaio; queste avevano però un basso livello di efficienza e per produrre 1 Gigawatt di materiale bombabile ne servivano almeno 50.000 e per produrre 100 kg. di U-235 ne servivano 3.000 che lavorassero ininterrottamente per un anno intero. La tecnologia però avanza e ora le centrifughe utilizzate dall'Iran sono in fibra di carbonio, un materiale più efficiente, più resistente, più sicuro.
Invece di intervenire con particolari sanzioni sull'Iran basterebbe bloccare semplicemente l'esportazione di fibra di carbonio per la produzione di centrifughe.