Guerra e Pace

Si apre il processo a Khaled Mohammed Sheikh

in Esteri

I riflettori del mondo sotto tutti per la mente criminale dell’11 settembre. Khaled Mohammed Sheikh arrestato a Rawalpindi il 1 marzo del 2003 sarà processato oggi a Guantanamo dalla corte marziale speciale. Al processo anche una rappresentanza delle vittime dell’11 settembre, che in totale furono quasi 3000. Il kuwaitiano Sheikh ha ammesso di essere responsabile dell’attentato dell’11 settembre dalla A alla Z. Tutto ebbe inizio con l’arresto e poi la confessione di Abu Zubeydah, nato in Arabia Saudita da genitori palestinesi,  catturato il 28 marzo 2002. Drogato dall’FBI, Abu Zubeydah confessò le connessioni segrete tra i vertici di Al Qaeda, alcuni principi reali sauditi e ufficiali pakistani dei quali fornì anche i telefoni personali.  I personaggi citati erano al corrente dei piani per l’11 settembre. Zubeydah venne preso dalla Cia e portato prima in una base segreta in Thailandia e poi a Guantanamo nell’estate del 2006. Dopo le sue rivelazioni i governi sauditi e pakistani negarono ogni addebito. Poco dopo però “casualmente” morirono tre principi reali sauditi: il principe Ahmed Bin Salman Bin Abdul Aziz  per attacco cardiaco il 22 luglio del 2002, il principe Sultan Bin Faisal Bin Turki al Saud per incidente stradale il giorno dopo, e infine il 30 luglio il principe Fahd Bin Turki Bin Saud Al Kabir per disidratazione nel deserto saudita. Sette mesi dopo morirà anche il generale delle forze aeree pakistane il generale Mushaf Alì Mir precipitando con un elicottero. Grazie alla confessione di Abu Zubeydah vennero catturati i cervelli dell’attentato dell’11 settembre:  lo yemenita Ramzi Bin Al Shibh arrestato in Pakistan l’11 settembre del 2002 e appunto Khaled Mohammed Sheikh. Oggi si apre un processo che rischia di durare diversi anni. In caso di condanna si rischia la pena di morte.

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