La cybersicurezza in Italia
Minaccia cibernetica e furto di identità digitale sono oggetto di un decreto del Governo Monti. Il provvedimento mira ad attuare misure contro un pericolo sempre più presente secondo esperti analisti del settore. L'obiettivo è quello di ridurre la vulnerabilità del cyberspazio.
Nei dati diramati dalla Presidenza del Consiglio risulta che gli attacchi alla sicurezza informatica negli ultimi anni hanno avuto una crescita notevole. Assinform, l'associazione italiana per l'Information technology, ha stimato che il 40 per cento degli attacchi richiede almeno 4 giorni per una completa risoluzione. "Nel 90 per cento dei casi - si spiega nella nota del Governo - l'attacco ha successo a causa dell'errata configurazione del sistema di sicurezza e per la mancanza di competenze specifiche". E queste problematiche prevedono certamente un costo di protezione per privati e Pubbliche Amministrazioni: Gartner lo ha quantificato in 55 miliardi di dollari (poco più di 40 miliardi di euro) alla fine del 2011; 60 miliardi a tutto il 2012 e 86 stimati entro il 2016.
L’Italiasi sta adeguando ad altri paesi europei anche se in ritardo e comunque ad un livello ancora troppo basso. Si è parlato di un identity provider nazionale che potrebbe migliorare con nuovi sistemi biometrici all'avanguardia, più precisi e anche più economici e vantaggiosi.
Nulla però rispetto ad una minaccia di proporzioni più elevate. Si parla di cyberspazio ma gli americani ne parlano in termini concreti dal 2010 quando crearono il Cyber Comando in grado di gestire 15.000 reti in 4.000 basi militari. Che poi gli stessi americani siano arrivati ad armi cibernetiche è un altro discorso. Di sicuro lo sviluppo in questo campo fino a qualche anno fa molto top-secret e riservato sta diventando pubblico, come qualsiasi arma di difesa, visto che la minaccia cybernetica è una realtà che non si può più nascondere.