Guerra e Pace

Tamarod, il siero Anti-Morsi!

in Esteri

Si agitano in piazza Tahrir. Urlano con grande sicurezza accompagnati da parole e movimenti ribelli. Sprigionano una scintilla diabolica, velata da una bruma di incertezza  per l’Egitto. E’ la massa che vuole la cacciata di Morsi. La stessa che in passato gioiva per averlo visto salire al potere dopo la fine della dittatura di Mubarak. Si dibattono come insetti notturni e urlano a squarciagola mentre degli Apache sorvolano la capitale. Mohamed Morsi ha respinto l’ultimatum dell’esercito sperando di arrivare ad una conciliazione nazionale. Tutto fallito. L’ingegnere Morsi che per volere di Mubarak era finito pure in carcere, sembra non voler proprio abbandonare il suo posto.

Mahmud Badr, portavoce del movimento ribelle Tamarod, aveva annunciato che il popolo egiziano avrebbe fatto cadere il regime. “Abbiamo raccolto ben 22 milioni di firme” ha dichiarato in conferenza stampa.

Secondo i ribelli, le firme raccolte sono per l’esattezza nove milioni in più rispetto ai 13 milioni di voti, pari al 51,7% dei votanti, ottenuti proprio dal premier Mohamed Morsi. Secondo invece i sostenitori filogovernativi questo esecutivo deve rispondere al risultato elettorale ottenuto in precedenza e quindi il suo mandato scadrà regolarmente nel 2016.

Il movimento Tamarod nato nell’aprile 2013 si sta facendo strada anche attraverso la rete multimediale. Sul sito del movimento si legge che: "Dall’arrivo al potere di Morsi, il cittadino medio egiziano ha la sensazione che nulla è stato realizzato finora rispetto agli obiettivi della rivoluzione, che erano la dignità, la libertà, la giustizia sociale e l'indipendenza nazionale. Morsi è stato un totale fallimento nel raggiungimento di ogni singolo obiettivo e quindi non è adatto a governare l’Egitto". La crisi sta colpendo il Paese dei Faraoni, la disoccupazione è cresciuta e l’economia è in ginocchio. Rivolte che stanno riconducendo l’Egitto al punto di partenza.

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