Il militarismo giapponese riparte da un manga
Prince Pickles rappresenta la mascotte delle forze di autodifesa. Vestito ora da marinaio, ora da soldato, ora da aviatore, ha avuto un successo strepitoso. Eppure alla fine della seconda guerra mondiale, il Giappone dopo essersi arreso agli Stati Uniti, si diede una nuova costituzione di stampo pacifista. Gli fu imposto lo smantellamento dell'apparato militare; inoltre si diffuse, tra gli stessi giapponesi, un vasto sentimento di sfiducia nelle forze armate, proprio a causa delle tragedie portate dalla guerra. Gli Usa hanno continuato a mantenere attive numerosi basi proprio nel territorio giapponese consolidando un forte legame proprio con la potenza asiatica. Il Giappone in realtà ha delle forze armate proprie, le Japan Self Defence Forces. Come dice il nome, però, esse sono presenti solo per scopi di autodifesa, e di conseguenza sono poco impiegate (un piccolo numero di soldati giapponesi è stato recentemente in Afghanistan, ma con regole d'ingaggio estremamente limitative). Le JSDF sono forze armate di buon livello, e dal punto di vista tecnologico il Giappone è molto più avanti della Cina. Il problema però è che JSDF soffrono di una inattività pressoché cronica e di una sfiducia nei loro confronti che le ha rese per anni un'istituzione impopolare. Tutto questo fino ad oggi quando il conflitto con la Cina per la contesa delle isole Senkaku ha rilanciato l’immagine dell’esercito giapponese con un boom di richieste di volontari. A Tokyo si respira così aria di militarismo. Il premier Abe vuole cambiare il famoso art. 9 scritto dagli americani che prevede che il Paese rinunci alla guerra e che non sia armato. La volontà di tutto ciò deriva dal crescere della potenza militare cinese. Lo scorso anno si sono avute più di 50.000 domande per aderire all’esercito giapponese rispetto alle 4700 dell’anno precedente. La pressione cinese che rende sempre più complessi i rapporti tra le due potenze asiatiche e lo choc dello tsunami del 2011 sembrano indirizzare il Giappone sempre più verso una rimilitarizzazione.