Iron Dome e dardi: come Israele fa la sua guerra su Gaza
Israele ha chiesto agli Stati Uniti 225 milioni di dollari aggiuntivi agli aiuti già stanziati per mantenere la capacità del sistema di difesa missilistico Iron Dome, che ha ridotto significativamente la capacità di Hamas di colpirlo. Lo hanno reso noto fonti ufficiali. E’ giusto sapere che ogni razzo lanciato da Gaza contro Israele costa in media 600 euro. Per intercettarne ciascuno, lo stato ebraico spende in media 45mila euro. Il sistema antimissilistico israeliano è costato globalmente una cifra sproporzionata pari a 750 milioni di euro. Inoltre le armi usate da Israele preoccupano. Tra le tante ce n’è una che si distingue per crudeltà: si tratta di piccolissimi dardi, lunghi più o meno come chiodi (dai 2,5 ai 4 centimetri), denominati “flechette”. I primi ad utilizzare questi dardi furono le truppe francesi nel corso della Prima Guerra Mondiale. Gli Stati Uniti, invece, ne fecero largo uso in Vietnam, mentre Israele utilizzò i dardi anche nell’invasione del Libano del 2006. La legge prevede che l’arma venga utilizzata solo in aree aperte, quando a fronteggiarsi sono due truppe in un regolare conflitto simmetrico e non c’è il rischio del coinvolgimento dei civili. Il loro utilizzo in aree urbane è formalmente vietato ma la cosa sembra non interessare i media e l’opinione pubblica. I dardi israeliani vengono esplosi a migliaia e sono contenuti nei missili dei carri armati. Dopo essere stati sparati, i “gusci” dei razzi esplodono a mezz’aria e rilasciano migliaia e migliaia di dardi che si disperdono in un “cono” lungo 300 metri e largo 90. I danni che possono provocare sono molto seri, soprattutto in un’area densamente popolata come quella della Striscia di Gaza, dove possono uccidere o ferire gravemente.