Mafia connection Italia-Albania: il maxi sequestro di Termoli
Sono circa mille e novecento i chili di marjuana galleggiante sequestrati a Termoli (CB), lungo il litorale molisano dai Finanzieri della Compagnia e Sezione Operativa Navale di Termoli. Due pescatori sono stati arrestati perché trovati con lo zaino pieno di marijuana identica a quella recuperata. Altri componenti dell’equipaggio, denunciati per favoreggiamento. La droga era stata abbandonata in prossimità della costa e confezionata in balle ricoperte di materiale protettivo, imballata con cura e lasciata a galleggiare. Si tratta di una pratica ampiamente diffusa. Per il Molise e gli uomini della Finanza ha rappresentato una operazione record che lo stesso giornale locale primonumero.it ha raccontato con dovizia di particolari in questi giorni lasciando presumere che la droga fosse partita dall’Albania. A questo punto mi preme fare delle considerazioni di carattere geopolitico. L’Albania sta infatti diventando lo snodo dello spaccio di stupefacenti verso l’Europa comunitaria, sia in quanto produttrice di marijuana sia come base di passaggio e di smistamento dell’eroina proveniente soprattutto dalla Turchia. Gli emigranti possono decidere di fare da corrieri di piccoli pacchetti ben protetti da cellophane, che contengono in media 4-5 kg di droga. Talvolta, quando si tratta per esempio di un gruppo familiare, il prezzo da pagare aumenta: la droga viene trasportata in borse in grado di contenerne fino a 30 kg. Non sempre la droga raggiunge direttamente le coste italiane, poiché spesso vengono istituiti i famosi centri di raccolta galleggianti dei pacchetti provenienti dall’Albania. Ed è quello che molto probabilmente è successo nel caso di Termoli. Una rete di grandissimi interessi sta coinvolgendo la mafia albanese. Le droghe slave per esempio sembrano preferire sempre più Tirana al confine italo-sloveno. La Macedonia è uno dei paesi più attivi nel traffico di eroina verso l’Europa, attraverso la rotta che passa per Skopje (in Macedonia), Pristina (Kosovo) e Scutari (in Albania). Le strade del traffico d’armi che legano le sponde adriatiche sono essenzialmente due: la via che parte dalla Russia, soprattutto dalla Transnistria (uno stato indipendente de facto non riconosciuto dai Paesi membri dell'ONU) e che raggiunge l’Italia attraverso la Croazia; e la via che parte dal Montenegro, passa per l’Albania-Kosovo e arriva in Puglia e in alcuni casi anche in Molise. Le mafie in ballo ovvero quella italiana, la russa e l’albanese, hanno da tempo stretto accordi di cooperazione e di pacifica convivenza.