Calcio e Miseria, quando il pallone è una truffa
Samuel Eto’o, George Weah, Didier Drogba tre stelle africane del calcio mondiale. Drogba quarto bomber della storia del Chelsea, il suo istinto d’uomo d’area unito ad una tecnica ed una velocità da numero dieci ne fanno il miglior calciatore africano di sempre. Ma non tutti i talenti africani sono stati così fortunati. Ora alla vigilia della nuova stagione calcistica la memoria storica si perde in drammatiche vicissitudini spesso sottaciute dalla vulgata ufficiale. “Giocherete con Oba Oba Martins”, ex attaccante africano dell’Inter. Con questa promessa, sei giovani calciatori nigeriani fra i 15 e i 17 anni, provenienti da Lagos, furono contattati da finti talent scout che, dopo aver estorto loro denaro per il viaggio in Italia, li abbandonarono alla stazione di Padova. Questi giovani giocavano presso alcune piccole squadre locali, quando furono contattati dai truffatori, che si presentarono come intermediari dell'allora presidente dell’Inter Massimo Moratti. Stefano Carina in un articolo sulla rivista “Limes” del 2005 racconta di come per il viaggio, i finti talent scout chiesero una cifra di 1.500 euro a testa. Una somma molto elevata che costrinse le famiglie a fare di tutto per racimolarla. Giunti in Italia, la scoperta dell’amara realtà. I ragazzi invece di fare il loro ingresso trionfale alla Pinetina, campo di allenamento dei nerazzurri milanesi, furono scaricati alla stazione di Padova, senza passaporti e senza soldi. Un’altra vicenda riguarda la storia di due ragazzi camerunensi prelevati dalle loro famiglie da alcuni agenti calcistici per la modica somma di 1.000 euro e fatti arrivare in Italia. Una volta giunti a Torino i due, insieme a tre coetanei prelevati anch’essi dalle diverse scuole calcistiche di Yaoundè e Doula, si ritrovarono con un pugno di mosche in mano. Vuoi per le cifre richieste dagli agenti, ritenute troppo elevate dalle società alle quali i cinque erano stati proposti, vuoi anche perché i provini non furono positivi. Dopo esser stati sfruttati per far fronte alle faccende domestiche nelle case dei procuratori che li avevano scovati in Camerun, per loro si prospettava di essere coinvolti in giri illegali di spaccio o usura. Da qui la decisione di fuggire dall’Italia. Anche quella del calcio è una guerra silenziosa, sommersa, giocata da uomini spesso senza scrupoli che cercano di fare affari scambiando merce umana o peggio tradendola. Un business che coinvolge direttamente anche l’Italia che spesso è la prima a scegliere la pista africana o sudamericana.