Terrorismo fai da te ed effetto emulazione
Ancora una volta un tentativo pericoloso di emulazione terroristica. E’ successo in Francia nella banlieue Aubervilliers, a nord-est della capitale parigina nella Seine-Saint-Denis. “Sono di Daesh, questo è un avvertimento”. Un insegnante della scuola materna pubblica “Jean Perrin” è stato accoltellato da un uomo che ha proclamato di essere dell’Isis, prima di riuscire a fuggire. E’ stato colpito alla gola con un taglierino ma non è in pericolo di vita. Secondo le ricostruzioni l’aggressore aveva una cappuccio n testa, dei guanti e una casacca bianca. L’antiterrorismo indaga ma la paura continua a fare vittime. Il marketing dell’Isis si caratterizza di molteplici aspetti e di sicuro offre una buona occasione a soggetti emarginati o affetti da disagi psichici e sociali che un tempo sarebbero rimasti isolati, mentre oggi trovano uno sbocco comune. “L’unico rimedio alla depressione è il jihad”, recita un video di propaganda del presunto Stato islamico. “C’è qualcosa che si chiama disturbo paranoide condiviso in cui una persona in un rapporto stretto ha manie e tira l’altro in questo sistema delirante”, ha dichiarato Harold Bursztajn, psichiatra e co-fondatore del programma di Psichiatria e Legge alla Harvard Medical School. Insomma veri e propri disturbi alimentati dal marketing dell’Isis. In questo ultimo caso, come in altri precedenti non si tratta assolutamente di lupi solitari ma semplicemente di “sfigati emarginati” in cerca di pubblicità. Oggi dire che fai parte dell’Isis significa finire immediatamente in prima pagina. Il timore è che si stia sviluppando una sorta di “terrorismo a chilometro zero” o fai da te. Questo clima sicuramente non agevola la quotidianità visto che le paure stanno diventando il supporto alle ideologie occidentali mentre ad esempio proprio l’Isis tende al contrasto e alla destabilizzazione sfruttando le paure del sistema stesso e utilizzandone i mezzi, tra i quali, prima di tutto, le risorse della guerra dell’informazione e le tecnologie.