Guerra e Pace

Togliere gradi e pensioni ai cappellani militari

Secondo alcune inchieste giornalistiche i cappellani militari costano allo Stato italiano dai 9 ai 15 milioni di euro l'anno. E tra loro non mancano le babypensioni. La vicenda più eclatante è quella legata al cardinale Bagnasco ex ordinario militare. Il prelato, che è anche un generale di brigata, ha diritto ad una pensione fino a 4.000 euro mensili. Nonostante abbia prestato servizio solo 3 anni, arrivato a 63 primavere ha maturato il vitalizio. Dal Vaticano sono arrivate alcune smentite ma tramite l’ordinariato militare si è venuto a sapere che negli ultimi vent’anni sono andati in pensione 4 ordinari militari, 4 vicari generali, 8 ispettori e circa 140 cappellani militari. E la Difesa ha stimato pensioni per circa 43mila euro lordi per ognuno di questi. Il vicario percepisce come un generale di brigata, 6.000 euro al mese lordi; il vicario episcopale, il cancelliere e l’economo come tenenti colonnello, 5.000 euro; il primo cappellano che ha il rango di capitano e il cappellano semplice con il grado di tenente, 2.500 euro. Eppure si parlava di un tentativo partito proprio dall’Ordinario Militare, forse abortito, di rivedere il rapporto tra Chiesa e Difesa, un tavolo per modificare una vecchia intesa figlia dei Patti Lateranensi del 1929. Il nuovo corso di Papa Francesco dovrebbe infatti poter risistemare l’anacronistico rapporto facendo in modo che i cappellani si occupino dell’anima delle persone lasciando perdere gradi e vitalizi. L’Ordinariato Militare è una diocesi sui generis, come ricorda il Papa nella Costituzione Apostolica “Spirituali militum curae” (1986). Da un lato ha un popolo che conta di soldati appartenenti alle diverse Forze Armate presenti nel nostro Paese, a cui si devono aggiungere le loro famiglie; dall’altro non ha un territorio definito come le altre diocesi bensì le caserme, che sono sparse su tutto il territorio nazionale e anche fuori Italia, laddove si trovano i contingenti per le missioni umanitarie.  L’Ordinario deve curare in ogni modo possibile ed efficace i propri sacerdoti, ovvero i cappellani militari, che vivono in contatto con le diverse caserme. “Non servono altri mesi per discutere di come assicurare l'assistenza spirituale al personale delle Forze armate – ha dichiarato Luca Comellini segretario del Partito per la tutela dei militari e delle forze di polizia - se vi è l'intenzione di accogliere la richiesta fatta dall'Ordinario militare, ciò togliere gradi e stipendio ai cappellani e porre i costi a carico della Chiesa, basta semplicemente riammettere l'emendamento di Roberto Giachetti e approvarlo una volta per tutte perché sono quasi 30 anni che paghiamo il servizio spirituale senza alcuna ragione logica o giuridica”. Da diversi anni la stessa Pax Christi chiede di smilitarizzarli e di passare la cura delle anime dei soldati alle parrocchie in cui ha sede la caserma. Infine resta da risolvere il problema di soldati di fede diversa che non hanno molto in comune con l’Ordinariato Militare puramente cattolico.

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