Guerra e strategia, modello supertecnologico o modello umano
Nelle nuove società questa nuova età della guerra ha un impatto considerevole sul tempo e sulla nozione di tempo. Con questa nuova temporalità sembra probabile che la guerra rimarrà sullo sfondo delle società dominanti. La stessa trasformazione della guerra da simmetrica ad asimmetrica ha generato nuove forme di conflitto. Il terrorismo è una delle principali. Il potenziale del Terrorismo, con i media punto focale dell’azione, diverrà probabilmente l’espressione dominante della guerra nelle società moderne. La guerra tecnologica è un privilegio delle nazioni che sono tecnologicamente avanzate, ma è anche il privilegio di quelle reti terroristiche che hanno un potere economico sufficiente ad essere ugualmente avanzate tecnologicamente. Alle tecnologie dei droni dell'ultima generazione si oppone quindi la tecnologia di connessione delle reti che porta a costruire delle bombe biologiche o nucleari all'interno di un laboratorio scolastico. La guerra del Vietnam come quella in Afghanistan è la sintesi dei massicci bombardamenti e dell’uso della tecnologia da parte degli Usa con una schiacciante potenza di fuoco. Gli inglesi, al contrario, hanno sempre adottato una tattica più morbida, considerando la popolazione di un paese in conflitto come una sorta di territorio “virtuale”, che può essere perduto con l’impiego di un’eccessiva potenza di fuoco. Di qui l’esortazione a usare “il cuore e il cervello”, un’espressione coniata durante il conflitto in Malaysia che è divenuta il mantra delle truppe britanniche impegnate in operazioni militari in qualsiasi parte del mondo. Una diversa cultura militare che in parte dipende dalla disparità della spesa militare. Il bilancio della Difesa degli Stati Uniti è sette volte superiore a quello della Gran Bretagna figuriamoci rispetto a quello dell’Italia. Ma al di là di questo dato puramente finanziario, gli inglesi come anche gli italiani credono che “l’uomo sia più importante della macchina” rispetto agli americani molto più inclini a far affidamento sulla tecnologia (vedi anche i droni armati) nonostante esaltino a parole il valore e l’esperienza del soldato. Sia gli inglesi che gli italiani hanno addestrato truppe in Iraq o in Libia ma con quali risultati? Diverso l’esempio degli Usa o della stessa Russia in Siria. Il belligerante che possiede un vantaggio a livello tecnologico e operativo cerca generalmente di accelerare il conflitto per far valere la sua predominanza. La superiorità militare delle forze armate americane per esempio si fonda sulla loro capacità di avvalersi delle diverse possibilità di accelerazione ai diversi livelli del combattimento. Enormi passi avanti nella tecnologia militare negli ultimi due decenni hanno fornito i mezzi per realizzare una nuova strategia socio-militare. Forze armate professionali ben preparate, ben equipaggiate, sono catapultate in conflitti intensi determinati dal disequilibrio tecnologico tra le forze belligeranti. “La distruzione di massa o la rapida dimostrazione della sua possibilità in un tempo minimo”, sottolinea Castells, “sembra essere la strategia accettata per combattere guerre avanzate nell’Età dell’Informazione.