Antiterrorismo in Russia tra pene severe e politiche pre-elettorali
Ha generato grande scalpore il nuovo disegno sull’antiterrorismo russo. Il nuovo pacchetto di leggi messo a punto dalla deputata Irina Yarovaya si può considerare il regalo d’addio della sesta Duma prima di congedarsi in attesa dell’elezione in autunno dei nuovi deputati, Il “pacchetto Yarovaya” è stato classificato uno dei 10 provvedimenti legislativi più “dirompenti” adottati dalla Duma negli ultimi cinque anni. Nello specifico prevede pene detentive dai 5 ai 10 anni in caso di “istigazione o coinvolgimento nell’organizzazione di disordini di massa” con responsabilità penale estesa dai 14 anni in su (i capi d’imputazione applicabili ai 14enni salgono in tutto a 32 e comprendono quasi tutti i casi di terrorismo ed estremismo). Previsto il carcere per “mancata denuncia” d’informazioni relative ad attività terroristica, colpi di stato o complotti omicidi ai danni di uomini di governo. Un nuovo capo d’imputazione per “terrorismo internazionale” (si prevede pena fino all’ergastolo) valido anche per attentati all’estero rivolti contro gli “interessi russi”. Esaltare o giustificare atti di terrorismo in internet e social network diventa reato, con pene fino a 7 anni di reclusione. Prevista la prigione per qualsiasi aiuto ai migranti clandestini. L’obbligo da parte degli operatori telefonici e provider internet di conservare tutti i dati di traffico (compresi foto, video e audio) per sei mesi, obbligo che sale a tre anni per i metadati; le informazioni dovranno essere fornite all’FSB quando richieste. L’obbligo da parte dei servizi di messaggistica istantanea di fornire su richiesta dell’FSB le chiavi per la decrittazione dei messaggi, pena una multa da 15mila dollari. Giro di vite per attività missionaria, ora ristretta ad aree specifiche e con obbligo di iscrizione a organizzazioni riconosciute. Tra i più critici del nuovo pacchetto Edward Snowden, l’ex tecnico della Cia, che ha rivelato al mondo il caso datagate e poi si è rifugiato in Russia, dove ha ottenuto asilo politico. “Putin ha approvato una legge repressiva che vìola non solo i diritti umani, ma anche il buon senso. È un giorno nero per la Russia”. La nuova legge antiterrorsimo costerà più di 33 miliardi di dollari al web russo in tasse, ma anche le tariffe per i servizi di telefonia sembrano destinate ad aumentare. I fornitori di servizi internet con dati criptati (Whatsapp, Telegram, Viber) saranno obbligati a fornire le chiavi di codifica in caso di richiesta da parte dei Servizi segreti. Irina Yarovaya di Russia Unita, il partito conservatore nazionalista del presidente Putin, capo del Comitato parlamentare per la sicurezza e la lotta alla corruzione era già nota per aver firmato una serie di leggi molto dure sulle manifestazioni e sulle organizzazioni non governative presenti nel paese. Questo ennesimo colpo della Yarovaya dimostra la chiara intenzione del Cremlino di stringere sempre più su una politica propagandistica e autoritaria per spegnere ogni tentativo di attacco al paese soprattutto alla luce del disastroso incidente del Sinai quando precipitò un aereo russo. Resta il fatto che con il proposito di svolgere delle attività “anti-terroristiche”, i nuovi emendamenti contemporaneamente risolvono alcuni aspetti rilevanti come il rafforzamento dei poteri dell’FSB e della Banca Centrale, il rafforzamento del controllo sulle comunicazioni di rete dei cittadini e infine il controllo sulle operazioni finanziarie dei cittadini.