Guerra e Pace

Terrorismo e documenti falsi made in Italy

L'Italia è il più grande fornitore di documenti falsi ai terroristi. Basti pensare che l'attentatore di Berlino il tunisino Anis Amri oppure Salah Abdeslam, attentatore di Parigi, erano in possesso di documenti italiani. Da luglio 2014 a maggio 2016 sono state rubate in Italia quasi 5000 carte di identità. Nel Lazio ad Albano (970), in Molise a Campobasso (1000), in Puglia a Foggia (500) e a Gallipoli (1050). Infine in Campania a Nocera Inferiore (1300). Anis Amri, l’uomo più ricercato d’Europa per l’attentato di Berlino, era arrivato in Germania passando per l’Italia. Di origine tunisina era sbarcato a Lampedusa, poi 4 anni di carcere in Sicilia per incendio e danneggiamenti. Nel 2015 era stato fermato dalla polizia tedesca esattamente il 30 luglio scorso a Friburgo con una carta d’identità italiana falsa. La scorsa estate lo stesso Salah Abdeslam, responsabile dell’attentato jihadista a Parigi, ha liberamente viaggiato in Italia, ha preso un traghetto da Bari per la Grecia, aveva una carta prepagata italiana e documenti italiani falsi. In una ricerca per il Centro Studi sull’Islam Contemporaneo si è evidenziato come nella regione Campania è molto diffusa la presenza di algerini legati al Gruppo Salafita per la Predicazione ed il Combattimento nato da una scissione all’interno del G.I.A. (Gruppo Islamico Armato). Si tratta di un’organizzazione legata al terrorismo con diramazioni in tutta Europa, dedita principalmente al traffico internazionale di documenti falsi, con collegamenti con le aree di Vicenza, Milano e soprattutto Santa Maria Capua Vetere. Spesso nei comuni italiani nel tempo sono stati sottratti documenti. Nel luglio del 2014 a Gallipoli, nel Salento, scattava l’Operazione Bingo quando vennero rubate 12 pistole e 1050 carte di identità. Gli indagati facevano parte di un gruppo criminale operante nel Sud Italia e specializzato in documenti falsi molti dei quali poi finiti in mano ad immigrati siriani, palestinesi, afghani, albanesi, nordafricani etc. I provvedimenti vennero eseguiti soprattutto in tre comuni del Casertano: Frignano, Teverola e soprattutto Santa Maria Capua Vetere. In territori come la provincia di Caserta è impensabile che non ci sia un legame tra la camorra locale e le attività strumentali al terrorismo internazionale.

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