Guerra e Pace

L’Afghanistan e il gasdotto della pace

in Esteri

La pipeline che porterà il gas dal Turkmenistan in India, Pakistan e Afghanistan è il simbolo del riscatto dell’area centroasiatica. I lavori complessivi per il gasdotto TAPI dovrebbero durare almeno tre anni e Kabul incasserà 400 milioni di dollari annui per il transito sul territorio afghano nelle province di Herat, Farah, Helmand, Nimroz e Kandahar. Il TAPI progettato oltre 20 anni fa e mai realizzato proprio a causa del conflitto afghano, è destinato a portare in Pakistan e India il gas estratto nei giacimenti turkmeni attraversando da nord a sud l’Afghanistan. Il progetto prevede il trasferimento dai pozzi Galkynysh del Mar Caspio verso l'Asia meridionale di 33 miliardi di metri cubi di gas all'anno. La struttura finale sarà composta da sei stazioni di 1420 millimetri di diametro con una pressione di 100 atmosfere standard (equivalenti a 10000 kPa). Il passaggio del gasdotto in territorio afghano per 735 km dei 1.814 complessivi del suo percorso rappresentava un ostacolo non indifferente ma ora lo stesso portavoce dei talebani, Zabihullah Mujahid, ha dichiarato che “il TAPI è un importante progetto economico per l’Afghanistan”. Il gasdotto avrà un costo di oltre 10 miliardi di dollari finanziati dalla Asian Development Bank ma l’accordo impegna il Turkmenistan a investire circa 25 miliardi di dollari per trasferire 3.2 miliardi di piedi cubi di gas (bcfd) al giorno in Afghanistan, Pakistan e India. In particolare, 15 miliardi di dollari saranno investiti per costruire gli stabilimenti gasiferi. La Tapi Company, azienda incaricata di gestire il gasdotto, ha affidato il contratto di Project Management Consultant (PMC) alla società tedesca ILF che si occupa di ambiente, gas, petrolio, clima etc. In occasione del grande evento di Herat il dispositivo italiano ha offerto la propria consulenza per garantire le condizioni di sicurezza necessarie allo svolgimento dell’incontro, avvenuto lo scorso febbraio fra il Presidente Ashraf Ghani ed il Gen. Curtis Scaparrotti, Supreme Allied Commander Europe (SACEUR), accompagnato da 4 ambasciatori presso la NATO (italiano, statunitense, tedesco e turco) e dal Gen. Nicholson. Sono stati impiegati oltre 3000 militari e i poliziotti locali nella cornice di sicurezza alla location del grande evento, situata nel centro di Herat, che ha ospitato circa 1000 fra alte autorità politiche, religiose e militari provenienti dai vari paesi interessati al progetto. Il duro lavoro del contingente italiano della Brigata “Sassari” ha consentito, mediante un supporto concreto, lo sviluppo regolare e pianificato delle celebrazioni. Ma al di là del singolo evento quello che preoccupa maggiormente è il rischio di azioni terroristiche e di sabotaggi notturni a danno dei cantieri del gasdotto. Per il Pakistan e l’India la carenza di energia significa immobilità economica aggravata dal fatto che mancano fonti alternative di energia accessibili e affidabili. Per i paesi dell’Unione Europea invece il Turkmenistan rappresenta un’opportunità di approvvigionamento energetico nell’ambito del cosiddetto “Corridoio Meridionale” ma soprattutto per l’Afghanistan significherebbe respirare un attimo. Forse la fine della guerra per delega passa per la pipeline.

 

 

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