Terrorismo in Australia, un attacco che non stupisce
L'attacco di venerdì è durato solo pochi minuti. Mentre il camion di servizio che trasportava bombole di gas per barbecue bruciava sulla trafficata Bourke Street, Shire Ali accoltellava i passanti e attaccava la polizia. I video postati su Twitter e trasmessi in TV hanno mostrato che l'uomo faceva oscillare un coltello contro due agenti di polizia, prima che crollasse sotto un colpo di pistola. Il nome completo dell’attentatore di origine somala è Hassan Khalif Shire Ali e aveva 30 anni. La vittima accertata è invece un uomo di 74 anni, il noto ristoratore di origini italiane Sisto Malaspina. Shire Ali era arrivato in Australia dalla Somalia negli anni Novanta ed il suo passaporto era stato annullato nel 2015, ma non veniva monitorato in modo attivo dalla polizia anche se fosse noto ai servizi di intelligence. Qui la storia si ripete nel senso che molti sono conosciuti ai servizi segreti ma lasciati liberi di agire. Eppure le autorità riferiscono di aver sventato almeno una dozzina di attentati, tra cui un piano per attaccare Melbourne a Natale nel 2016 e un piano per far saltare in aria un volo da Sydney usando una bomba travestita da tritacarne. Negli ultimi anni infatti l'Australia è stata vittima di diversi attacchi di matrice islamica. Il 23 settembre del 2014, un 18enne simpatizzante dell'Isis accoltella due agenti dell'anti-terrorismo prima di essere ucciso. A dicembre dello stesso anno, invece, un estremista di origine iraniana armato fa irruzione in una caffetteria di Sydney. A ottobre del 2015, un 15enne uccide un contabile a Sidney. Nell'ambito dell'indagine la polizia arresta poi 5 persone per terrorismo. Significativi anche gli arresti a dicembre del 2016 di 7 ventenni che preparavano un attentato a Melbourne simile a quello di Parigi nel 2015. Ad aprile 2017 due adolescenti accoltellano i passanti a Queanbeyan, nel New South Wales, facendo un morto e tre feriti. A giugno, invece, un 29enne jihadista assalta un complesso residenziale alla periferia di Melbourne, uccidendo una donna. La polizia lo uccide dopo un assedio in cui spara a tre agenti. Il 30 luglio 2017, 4 uomini arrestati a Sydney, preparavano un attentato su un aereo Etihad. L’ultimo attentato a Melbourne rivendicato dall'Isis, che ha provocato la morte di un italiano, dimostra che l'organizzazione jihadista non è in grado di progettare più grandi attentati in grado di fare numerose vittime. Per tenersi in vita, soprattutto a livello mediatico, si affida a gesti di lupi solitari che agiscono con attacchi rudimentali e un copione già visto e pubblicizzato sulle riviste online. A quanto pare i legami tra Isis e Australia sono vecchi. Molti australiani militavano e militano nelle file dell'Isis arrivando a ricoprire addirittura ruoli dirigenziali. D’altra parte l’Australia con il suo esercito è stata sempre in prima linea accanto agli Usa nella guerra al terrorismo.