Mediterranneo tra sbarchi, naufragi e flussi deviati
TOPSHOT - A deflated rubber boat in seen at the sea, after the Libyan Coast Guard intercepted migrants aboard, some 25 nautical miles off the Libyan coast on May 8, 2018. - Italy's coast guard granted authorization for 105 migrants rescued at sea by a Spanish NGO Open Arms to transfer to the Aquarius after nearly two days of diplomatic standoff. Rome decided on May 7 evening to allow 105 migrants to land in Italy following an ordeal that saw them kept at sea while the Italians and British stalled on a decision. (Photo by LOUISA GOULIAMAKI / AFP) (Photo credit should read LOUISA GOULIAMAKI/AFP/Getty Images)
Dei due naufragi del Mediterraneo dei giorni scorsi si conoscono le storie e i volti dei 4 sopravvissuti su un totale di 170. Tre in un caso, uno solo in un altro. Nessun disperso è stato trovato e il bilancio dei morti si basa unicamente sulle testimonianze dei sopravvissuti. Esseri umani che spesso annegano nell’indifferenza prima che in mare. I 4 sopravvissuti sottratti dalla furia delle onde piangono i compagni. Tra loro anche bambini, creature fragili la cui infanzia gli è stata già strappata e donne incinte che si battono il petto stracolme di dolore bagnate dalla tristezza prima ancora che dall’acqua di mare. In fondo a quel mar Mediterraneo oggi c’è solo disperazione. Risciacquarsi in quell’acqua che dovrebbe unire invece di dividere. Per comprendere meglio alcuni fenomeni non possiamo prescindere dalle vicende storiche che hanno segnato questo mare d’acqua strategico. Il Mediterraneo soprattutto durante l’Impero Romano era un mare di comunicazione non di divisione come lo è ancora oggi. Era uno spazio fondamentale per gli scambi commerciali Occidente-Oriente. Con la caduta dell’Impero Romano e la nascita poi dei vari regni e sottoregni la situazione precipitò. E allora un animale in particolare, il cammello, divenne un fondamentale mezzo di trasporto per spostarsi soprattutto da Ovest a Est e viceversa visto che il tracciato Sud-Nord era rischioso per via dell’anarchia mediterranea e per la presenza dei pirati legati al mondo del Califfato. Così intorno al cammello si costituirono delle tribù la cui influenza è ancora ben visibile oggi basti pensare a quello che sta succedendo in Libia. Proprio nel territorio libico in alcune regioni stazionavano anche 4.000 cammelli al giorno. “Il Mediterraneo è sempre stato, fin dagli albori della civiltà umana, una enorme pianura, piuttosto che un mare”. Queste sono le parole dello storico francese Fernand Braudel in una delle sue maggiori opere, Memorie del Mediterraneo, sottolineando che le migrazioni siano sempre state un elemento costante della storia mediterranea. Negli ultimi decenni, tuttavia, il fenomeno migratorio si è andato accentuando, soprattutto nella sua direttrice sud-nord (ovvero dall’Africa all’Europa), avendo notevoli ripercussioni sia sui Paesi di passaggio che su quelli di arrivo. Attualmente l’emergenza migratoria che sta alimentando il dibattitto in Italia, stimolando politiche xenofobe o di chiusura al “possibile nemico lavorativo o sociale” non riesce ancora a tenere conto di un aspetto: i flussi migratori non si fermano. Al massimo si deviano. Da quando la rotta balcanica è stata meno battuta, è ripresa fortemente quella verso la Sicilia partendo dalla Libia. L’ultimo rapporto, intitolato “Desperate journeys” – “Viaggi disperati” –, dell’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati, rileva di come il viaggio verso l’Italia, “si è dimostrato sempre più pericoloso”. Inoltre lo sviluppo demografico dell’Africa lascia intendere che le migrazioni cresceranno notevolmente nei prossimi anni. In tale quadro l’Italia e la Spagna saranno i principali Paesi che dovranno farsi carico della prima accoglienza. Italia e Spagna, due destini che si incrociano con il secondo Paese che ha una superficie doppia rispetto all’Italia e una popolazione notevolmente inferiore rispetto alla nostra.