Italia e Mozambico impegnati nella lotta antipirateria
Da cinque anni il canale di Mozambico ha assunto una nuova importanza strategico-militare. I pirati agiscono spesso indisturbati minacciando diversi paesi come la Tanzania, il Mozambico, Madagascar, le isole Comore, Mauritius e le Seychelles. Paradisi turistici non più al sicuro.
Questi Paesi, ad eccezione delle Comore, sono membri della Comunità per lo Sviluppo dell’Africa Meridionale (Southern African Development Community – SADC), organizzazione che dipende fortemente dai flussi di merci che attraversano il Canale di Mozambico.
Per questo motivo la marina italiana e quella mozambicana per la prima volta nella storia collaborano non solo per il contrasto alla pirateria marittima e ai traffici illeciti ma anche per lo svolgimento delle attività di pattugliamento, di vigilanza in mare e di difesa del libero commercio marittimo al fine di tutelare gli interessi dei due Stati.
L’equipaggio del pattugliatore d'altura "Comandante Borsini" della Marina Militare italiana, dislocato nel paese africano, svolge con la marina mozambicana un programma pratico e teorico il quale prevede addestramenti mirati al raggiungimento della piena autonomia marittima per il controllo delle coste e il contrasto ai traffici e alle attività illecite.
Sicurezza in mare, arte marinaresca, controllo del danno e sopravvivenza in mare, anti-inquinamento e interventi di primo soccorso sono alcuni dei temi sviluppati da entrambi gli equipaggi a partire dalla prima navigazione.
Il canale di Mozambico resta tra le cinque aree più soggette ad attacchi di pirati anche se l’ultima cronologicamente parlando. Diventato soltanto recentemente meta dei pirati, questo territorio è particolarmente saccheggiato nel periodo primaverile ed autunnale, con una sorta di vera e propria “pausa”, secondo quanto riportato dalle statistiche, nel periodo estivo.