Guerra e Pace

Burundi, elezioni farsa vedono stravincere il CNDD

in Esteri

Come preventivato vittoria schiacciante del partito al potere del presidente Nkurunziza alle legislative in Burundi tenutesi il 29 giugno nonostante l’appello del segretario generale dell’Onu Ban Ki-moon che chiedeva un rinvio delle elezioni. Il CNDD-FDD ottiene 77 seggi mentre l’opposizione guadagna 21 seggi attraverso la coalizione “Abigenga Mizero y'Abarundi” (Speranza Burundese) guidata da Agathon Rwasa e Charles Nditije. Gli ultimi due seggi vanno all’UPRONA, partito legato al CNDD. Tutto regolare secondo il ministro degli esteri burundese nonostante lo sdegno della comunità internazionale. Queste elezioni sono state una farsa a detta della società civile. Il primo passo di un processo destinato a permettere al Presidente Nkurunziza di ottenere un terzo mandato nelle elezioni presidenziali (previste per il 15 luglio) violando la stessa Costituzione. Più di due mesi di proteste, 70 vittime già identificate, diversi seggi elettorali scomparsi durante la notte pre-elettorale nel nord Burundi e più di 140.000 burundesi fuggiti in Tanzania e Ruanda. Questo l’esito della situazione in cui è precipitato lo Stato nel cuore della regione dei Grandi Laghi. Il tasso di partecipazione elettorale secondo la Commissione Elettorale Nazionale Indipendente è stato di poco superiore al 70%. Eppure i burundesi si sono recati alle urne con la paura. “Il crepitio di armi automatiche era udibile anche nelle strade della capitale Bujumbura”, ha dichiarato un membro del DVDB (Missione di Osservazione elettorale delle Nazioni Unite in Burundi), l'unica organizzazione internazionale ad aver seguito in loco la votazione. La mobilitazione dei 3,8 milioni di elettori registrati sembra essere un dato relativo, in particolare a Musaga, Nyakabiga, Ngagara e Cibitoke, dove i tassi di partecipazione sono rimasti molto bassi dopo che l'opposizione aveva invitato a boicottare le elezioni. Il Consiglio nazionale per la difesa della democrazia - (CNDD-FDD) ha stravinto nelle sue roccaforti e nelle campagne, dove Imbonerakure, la milizia che incute terrore non ha esitato a intimidire il più recalcitrante degli elettori. In vista delle presidenziali, a meno di un nuovo golpe, si va verso la riconferma di Nkurunziza. Il Capo dello Stato avrà a questo punto la maggioranza di quattro quinti necessaria per modificare la Costituzione e minare le conquiste degli Accordi di Arusha. Questo è un grosso rischio già paventato dall’opposizione e dalla società civile. Intanto il Burundi si esibisce nella vetrina dell’Expo attraverso una dignitare del regime accolta in pompa magna nonostante lo sgomento della degli attori internazionali.

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