Sessualità e guerra
Spesso in guerra le avventure sessuali diventano un rituale quotidiano. Gli uomini, ma soprattutto i soldati, non pensano quasi ad altro. In questi incontri si cerca di rigenerare o corroborare la droga della guerra. Sicuramente non si tratta di amore.
Nel 1943 quello che rimaneva dell’esercito francese aveva invaso l’Italia. Prima dell’invasione, il comandante francese garantì esplicitamente il diritto di saccheggio e di stupro nei territori occupati. Di logica conseguenza avvennero stupri di massa delle donne italiane e numerose gravidanze. Alla fine della guerra il governo italiano reagì in un modo riprodotto in nessun altro Paese, concedendo alle donne una modesta pensione come vittime di guerra.
Ma prima della seconda guerra mondiale, le atrocità contro le donne erano cominciate nel 1937 nella città cinese di Nanchino occupata dai giapponesi. Si calcola infatti che durante il primo mese di occupazione siano state stuprate e in molti casi uccise almeno 20.000 donne.
Secondo Ruth Seifert, professore di Sociologia presso la Fachhoschule di Regensburg in Germania, il corpo della donna veniva visto allora, ma anche nei conflitti odierni, come il corpo della nazione che in guerra viene violato dai soldati nemici. Lo stupro di una donna visto come un qualcosa in grado di cancellare a livello simbolico il linguaggio e la cultura della vittima.
Questa tesi è stata oggetto anche di un progetto riguardante le donne in Mozambico e nello Sri Lanka. L’analisi indica che le donne fossero gli obiettivi principali per colpire nel cuore una cultura. Per la loro posizione culturale e per la loro posizione all’interno della struttura familiare, rappresentano un obiettivo centrale nelle strategie di attacco da parte di alcuni gruppi in tempo di guerra.
Tutto ciò confluisce in un’unica e drammatica conclusione, che nel contesto delle guerre, gli stupri nei confronti delle donne, rappresentano degli atti di distruzione di una cultura eseguiti attraverso una strategia mirata.
Infine le guerre vedi quelle dei Balcani hanno segnato la nascita dei campi di stupro, luoghi dove le donne venivano detenute e violentate di continuo. Quando la cosa diventava noiosa le donne venivano mutilate e uccise.