Le porte di Tannhäuser

Le porte di Tannhäuser

Pensieri sul Cinema a cura di un videomaker - www.millerpictures.it

di Luca Coralli

Lei

in Cinema

Quando penso alla Los Angeles del futuro ho sempre in mente questi aggettivi: smog, fiamme, pioggia, buio. Per chi non avesse capito, l'anno è il 2019 e il film in questione è IL capolavoro di Ridley Scott Blade Runner, film dal quale ho anche preso in prestito il titolo di questo blog. Non ho mai avuto in mente un'altra immagine del futuro della Città degli Angeli: per me la Los Angeles del futuro sarà proprio così. O almeno così la pensavo prima di vedere il nuovo bellissimo film di Spike Jonze.

Il film è (non dichiaratamente) ambientato nel 2025, un futuro quindi non troppo lontanto nè dal nostro 2014 nè dal 2019 del capolavoro di Ridley Scott. Non starò a parlarvi del cast, su cui ovviamente spicca il sempre bravo Joaquin Phoenix (a mio avviso l'unico attore della sua generazione, insieme a Leo Di Caprio, escluso ingiustamente dalla statuetta d'oro), o delle azzeccate musiche degli Arcade Fire; mi soffermerò invece su quello che mi ha colpito di più, ovvero la fotografia. Se questo film è davvero così bello è infatti merito in larga parte di questa persona: Hoyte van Hoytema, un tedesco che abbiamo già imparato a conoscere con la ruvida fotografia del fantastico The Fighter di David O. Russell e che vedremo presto all'opera nell'attesissimo Interstellar di Christopher Nolan.

La fotografia di Lei è qualcosa di unico: la Los Angeles di questo 2025 è colorata, viva, quasi finta e mi ha ricordato alcune scene di Arancia meccanica, con i suoi colori impregnati di pop art anni 70. Ed è proprio questo suo essere patinato, quasi innaturale, che fa nascere in noi un sentimento di quasi distacco nei confronti del protagonista, Theodore: infatti, nonostante siamo presi dalla storia e da quello che gli sta succedendo, è come se ci fosse una sorta di vetro fra lui e noi, un vetro che ci permette di vedere tutto ma di non farci prendere completamente dall'azione.

Quello che potrebbe sembrare all'apparenza un aspetto negativo si trasforma, in realtà, in un aspetto positivo del film: è come se Jonze volesse mostrarci come sarà il futuro, ma comunque tenerci ancora un po' distanti, come a dirci che non è ancora venuto il momento di pensare a queste cose, a queste tecnologie che saranno così tanto presenti nelle nostre vite. Questo, unito al non dichiarare mai esplicitamente in quale anno ci troviamo, non fa che regalarci una sorta di sollievo, di rassicurazione per il futuro che ci aspetta.

Voto: 8/10

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