Le porte di Tannhäuser

Le porte di Tannhäuser

Pensieri sul Cinema a cura di un videomaker - www.millerpictures.it

di Luca Coralli

Noah

in Cinema

Premessa: l'idea che ho io della Bibbia è quella del più grande romanzo mai scritto che, in una libreria immaginaria, trova il giusto posto nella sezione "fantasy" al primo posto, seguìto dal Signore degli Anelli al secondo posto e poi da Lo Hobbit al terzo. Il mio commento al film è quindi figlio di questa idea.

Cominciamo subito con il dire una cosa: Noah è il film più debole di Darren Aronofsky, ma questo non vuol dire che sia un brutto film. Lo stile a cui il regista statunitense ci ha abituato nel corso degli ultimi anni è ben visibile e il film, in linea di massima, è ben riuscito. Eppure quando le luci in sala si accendono qualcosa non torna. Ma che cosa?

Sicuramente la durata è l'aspetto negativo più evidente di Noah. Generalmente con i film lunghi, se ben realizzati, non ho alcun tipo di problema, ma già verso la metà di questo ho iniziato a guardare l'orologio, e non è mai un buon segno... Alcune scene sono un po' tirate per le lunghe e altre che magari avrebbero meritato maggiore approfondimento sono un po' "buttate" via. Un esempio su tutti: la scena più importante del film, ovvero l'inondazione della Terra, dura pochissimi minuti, mentre avrei sicuramente apprezzato (e credo non solo io) di vedere più spettacolo e, soprattutto, più immagini catastrofiche dei pochi esseri umani rimasti in vita che tentano di salvarsi. E' come vedere Titanic e assistere al disastro della nave in soli 5 minuti. Ma il regista si chiama Cameron e i film spettacolari sono la sua specialità, a differenza di Aronofsky. E purtroppo si vede.

L'altro aspetto negativo sono le musiche di Clint Mansell: ascolto sempre con attenzione la colonna sonora dei film, alla ricerca del "theme" principale o di suoni simili che si ripropongono, ma in questo caso non vi è traccia di tutto questo. Si sentono solo dei suoni e delle musiche che sembrano inseriti a caso piuttosto che composti pensando alle scene del film.

Le note positive del film riguardano invece gli attori, su cui spicca Russel Crowe, che è sicuramente più a suo agio nei panni di Noè che in quelli di Robin Hood. Inoltre, parlando di Aronofsky, impossibile non parlare della potenza delle immagini che riesce ogni volta a creare: l'ottima fotografia del bravo Matthew Libatique si vede in ogni inquadratura e il regista dà il meglio di sè nelle sequenze spettacolari (anche se, come detto prima, sarebbero dovute durare di più). Non siamo ai livelli delle stupende immagini di The Fountain, ma neanche così lontani.

Per questi motivi il film non è brutto, ma è sicuramente inferiore alle altre produzioni del regista, The Fountain, The Wrestler e Il cigno nero in primis. Nella speranza che sia solo un passo falso e niente di più.

Voto: 6/10

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