Matteo Parma all'Emirates

Ne parliamo con Mattero Parma (www.twitter.com/TeoParma)

Passione, competenza, entusiasmo. Voglia di imparare, ogni giorno, qualcosa di nuovo.
Matteo Parma, 24 anni, brianzolo. Dopo aver brillantemente superato a Londra il “master” di specializzazione dell’Arsenal (primo classificato tra decine di aspiranti istruttori da tutto il mondo) è tornao in Italia: in questi giorni inizia la sua prima esperienza in una società professionistica, come formatore dei Pulcini dell’Albinoleffe. Con un bagaglio di conoscenze già bello pesante, grazie all’esperienza Oltre Manica, svolta anche con dei progetti nelle scuole.

Si pratica calcio nelle scuole inglesi?

In Inghilterra il fenomeno del calcio nelle scuole è molto radicato, così come lo sono tanti altri sport; esiste la cultura della pratica sportiva, anzi multi-sportiva, all’interno delle strutture scolastiche che, fortuna loro, nella maggior parte dei casi permettono di proporre ai ragazzi la pratica di diverse discipline.

Come si pratica calcio? Con che tipo di iniziative?

Da parecchi anni sono attivi vari progetti creati ad hoc per le scuole, grazie all’intervento qualificato delle società professionistiche. Lo si fa sia durante le ore di educazione fisica, ma anche nelle ore subito dopo le lezioni, con i cosiddetti “After School Club”.

Con quale approccio e con quali obiettivi?

L’obiettivo è cercare di includere gli studenti nella pratica dei diversi sport proposti. Per quanto riguarda il calcio ci sono due approcci: il primo è più di tipo sociale, legato al divertirsi giocando a calcio in compagnia di altri bambini e bambine, ragazzi e ragazze. Gli istruttori propongono quindi attività calibrate sulle esigenze e le potenzialità di tutti gli allievi. Il secondo approccio è più legato al calcio vero e proprio in quanto all’interno della scuola vengono selezionate le squadre che poi andranno a rappresentare l’istituto nei vari tornei inter-scolastici. In ogni caso, i ragazzi sono molto stimolati e le famiglie contente del servizio.

Quanto è importante e sviluppato nelle scuole rispetto agli altri sport?

È tanto importante e sviluppato quanto altri sport radicati in Gran Bretagna, come ad esempio il rugby, il cricket o il badminton (più volgarmente conosciuto da noi come “volano”). Ovviamente la presenza nelle scuole del Club del quartiere o della città (Arsenal-Tottenham, Chelsea-Fulham, West Ham-Millwall, Manchester United-Manchester City, Liverpool-Everton) permette al calcio di avere un po più di importanza evisibilità rispetto agli altri sport. Resta comunque il fatto che non c’è una predilezione sfrenata per il calcio.

Con quale personale e con quali risultati si pratica calcio?

Il personale è qualificato, sono ragazzi e ragazze che concludono il percorso UK di Scienze Motorie per diventare “PE Teacher” (insegnante di educazione fisica) oppure allenatori professionisti che lavorano nei dipartimenti “In the Community” dei Club oppure che hanno conseguito i vari patentini per allenare altri sport. Poi spesso interventono i campioni, quando ero io all’Arsenal, ricordo visite e incontri con giocatori come Bacary Sagna, Theo Walcott e Emmanuel Adebayor: con progetti carini, ad esempio Sagna fece lezioni tecniche abbinate alla lingua francese; gli altri due momenti con bambini e senzatetto a sfondo solidale.

Veniamo alla nota dolente. In Italia, invece, la mia sensazione – nitida – è che il calcio sia visto come un “nemico”, un “fastidio”…ti risulta?

Niente di più vero, solo l’idea di proporre calcio nelle scuole fa rabbrividire responsabili e insegnanti perché considerato uno sport “da ignorante” e “traumatico”, i bambini si fanno male, c’è troppo contatto fisico, ecc…me lo sono sentito dire un sacco di volte dai miei ex insegnanti e professori!!!

Comunque, quello che non si capisce è che la pratica di un’attività sportiva fatta in modo serio, con dei progetti strutturati, magari legati anche a eventi particolari o alle varie società professionistiche, dà dei valori ai bambini/bambine-ragazzi/ragazze, delle opportunità, delle regole e degli insegnamenti che oramai non ricevono più.
Dalla mia esperienza all’interno delle scuole inglesi, tra l’altro, posso tranquillamente dire che molto spesso sono le bambine quelle più entusiaste di giocare a calcio, nella propria scuola, con un “allenatore” di una società professionistica (nel mio caso l’Arsenal) che le segue e le fa divertire.

Promuovere il calcio e la sua cultura nelle scuole, tra l’altro, servirebbe molto anche per il movimento: si vedrebbero gli stati finalmente ripopolari di bambini!

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