Paolo Riva

Scopriamo un giovane osservatore, ai primi passi in questa affascinante professione, come imposta il suo lavoro quotidiano.
Chiacchierata con Paolo Riva, di Seregno (Mb).

Come si muove un osservatore alle prime armi? 
Innanzitutto con metodo: è fondamentale, specie in questo mio inizio, capire come organizzare il mio lavoro di osservatore per evitare di perdermi nel vasto mondo del calcio giovanile. Prima di “diventare” un osservatore alle prime armi ho ritenuto importante, se non fondamentale, iniziare a capire come osservatori esperti hanno svolto, e svolgono tuttora, la loro professione. Per questo motivo ho partecipato ad un workshop di una giornata (il Football Workshop) con l’agente FIFA Jean-Christophe Cataliotti e un esperto osservatore come Paolo Greatti. Grazie alle linee guide fondamentali, ho compreso che un osservatore, a maggior ragione all’inizio, deve basarsi su 3 punti focali: metodo, programmazione e pazienza.

Quali strumenti utilizza un osservatore? 
Non esiste una strumentazione “predefinita” per un osservatore. Tutti gli strumenti possono essere utili a rendere la professione di osservatore più competitiva. Personalmente, avendo una grande passione per l’informatica (mi sono laureato qualche anno fa proprio in quel settore), ritengo che oggi tra dispositivi portatili e connessione internet disponibile praticamente ovunque si possa essere in grado di organizzare e gestire la propria attività in maniera più semplice e completa. Infatti se una volta, non meno di qualche anno fa, per ottenere l’informazione di un giocatore con determinate caratteristiche era necessario basarsi sulla memoria storica o sull’archivio cartaceo dei giocatori visionati, oggi con un semplice dispositivo mobile è possibile in pochi click ottenere qualsiasi informazione.
Quando vado a visionare una partita, ovviamente non può mancare il tablet per prendere appunti e uno smartphone per essere connessi e recuperare tutte le informazioni di cui ci dovesse essere bisogno. Ma non ditelo a nessuno, un blocco note e una penna me la porto comunque sempre con me.

Cosa ti ha spinto a fare l’osservatore? 
Innanzitutto la passione: senza di essa non avrei mai fatto il “grande passo”, ma anche la voglia di partecipare, di fare parte di quel bellissimo mondo chiamato calcio.
Inoltre, essendo anche grande appassionato di informatica, la voglia di poter fare interagire le due passioni, magari riuscendo a creare anche qualcosa di nuovo e di personale che possa essere condiviso e apprezzato anche dal resto del mondo.

Quale è il tuo obiettivo?
Essendo all’inizio del mio cammino il mio unico obiettivo oggi è crescere. Crescere che significa imparare, fare esperienza, conoscere, imparare ad avere coraggio nelle proprie scelte (selezionare un giocatore per lanciarlo verso una carriera da professionista è comunque un passo importante per lui non solo a livello lavorativo, ma anche a livello personale) ed essere critici dei propri errori.

Quale è il tuo sogno? 
Il mio sogno (più piccolo) è quello di poter riuscire, un giorno, a “vivere di calcio” ed essere diventato parte integrante di questo meraviglioso universo. Il mio sogno (più grande) è quello invece di poter arrivare a divenire un direttore sportivo e, considerando che si sta sognando, aggiungo anche di una grande squadra a livello internazionale.

In bocca al lupo a…. Paolo Riva – Talent Scout for SoccerManagement (http://www.soccermanagement.org)