Avrebbe apostrofato una avversaria di colore con un epiteto razzista. Protagonista, secondo il giudice sportivo, una calciatrice 18enne, di una squadra di Milano, nel campionato Juniores. La sanzione? Squalifica per dieci turni. Inappellabile. Come da nuove norme.

Peccato che lei assicuri di non aver mai proferito quell’insulto all’avversaria, nella sfida contro una formazione di Bergamo. E anche il presidente della squadra è perentoriamente su questa linea, “purtroppo c’è stato un po’ di caos dopo la partita nella zona degli spogliatoi – racconta Francesco Bulleri, presidente della Bocconi Calcio Femminile -, una persona in effetti ha detto quell’insulto, ma non la giocatrice. L’arbitro era di spalle, si è voltato, ha visto dietro la giocatrice e si è convinto che fosse stata lei. Ma non era così”.

Chi sarebbe stato dunque a “vomitare” quell’epiteto? “Un’altra donna, che gravita attorno alla nostra società – dice il presidente – io non posso chiaramente dire chi fosse, non era alla partita in veste ufficiale. Di certo, stiamo spingendo perchè lei si autodenunci, per amor di verità e per sgravare la giocatrice di una colpa non sua. Tra l’altro in squadra abbiamo tre ragazze di colore, che sono sue compagne e amiche…”.

“Sono un ex arbitro – conclude il presidente – so che in certi casi, con quella confusione, si può incappare in uno scambio di persona”. Resta, comunque, il fatto. Grave. Assurdo. Nuovo…in una partita di calcio in rosa, per di più tra ragazzine, doveva ancora capitare…
Sperando che sia il primo e ultimo caso.