Uno spettacolo mai visto su nessun campo di calcio nel nostro Continente. Monza, per un giorno, epicentro del movimento giovanile italiano ed europeo. All’insegna dei bambini, del divertimento, dell’innovazione. Un successo strepitoso per il primo Festival Internazionale di FUNino svoltosi sabato 20 settembre al centro sportivo La Dominante, organizzato da BrianzaTornei in collaborazione con la Horst Wein Association.

Una festa del pallone a misura di bambino, con la partecipazione di 160 Pulcini provenienti da 6 Paesi europei: Italia, Germania, Spagna, Finlandia, Polonia e Irlanda. Sedici società che si sono sfidate nel gioco ideato da Horst Wein, guru mondiale del calcio giovanile e ispiratore della celebre “cantera” del Barcellona: 3 contro 3 a quattro porte, per sviluppare l’intelligenza calcistica nei giovani. Un frullare di dribbling, gol, sorrisi ed emozioni che è andato avanti da mattina a pomeriggio inoltrato, negli 8 campetti di FUNino in cui è stato diviso il campo grande in sintetico. Entusiasmo straripante da parte dei piccoli partecipanti, che hanno potuto confrontarsi con “colleghi” di top team italiani e stranieri, come l’Inter, i tedeschi del St.Pauli e dell’Hoffenheim, oltre che con bambini provenienti da Sardegna e Liguria.

Come nello spirito del FUNino – che vuole lasciare liberi i bambini di giocare senza pressioni, stress e condizionamenti di allenatori, genitori e risultati – non ci sono state classifiche, né eliminazioni. Ci sono stati premi per tutti e poi due trofei speciali: il “The Beautiful Game” per la squadra che ha espresso il gioco più attraente, assegnato ai tedeschi del St.Pauli, e il Premio Comitato “Fair Play Italia” assegnato alle grintosissime bambine del Real Meda. L’ultima parte del Festival è stata giocata, meravigliosamente, in modalità “No Racism” con bambini delle varie nazionalità mischiati, a formare squadre miste, con il pallone a fare da linguaggio universale. “Siamo davvero soddisfatti – dicono Alessandro Crisafulli e Mario Trezzi, gli organizzatori della manifestazione – abbiamo mostrato come il calcio giovanile italiano abbia bisogno di una svolta, tenendo alla larga le pressioni e lasciando liberi i bambini di sprigionare il loro talento e la loro creatività. Grazie a tutti gli sponsor che ci hanno sostenuto e all’albergo B&B Monza che ha ospitato i tanti genitori arrivati dall’estero”. L’evento ha goduto anche del patrocinio e del sostegno della Regione, di Expo 2015 e di Unicef.

A livello tecnico, c’è stata una amara conferma. Il modello di insegnamento nell’Attività di Base in Italia è da rivedere. La scuola tedesca, rappresentata da St.Pauli (non a caso vincitore) e Hoffenheim, ha dimostrato di essere avanti anni luce: i bambini hanno espresso un gioco corale ben più armonico, con una migliore occupazione degli spazi e una superiore intelligenza calcistica. Qualità che hanno permesso loro di prevalere rispetto alle formazioni italiane, che invece sembrano puntare di più sul fisico dei bambini, in primis, poi sulla tecnica, trascurando troppo invece l’aspetto cognitivo: è evidente che bisogna lavorare di più sul cervello, perchè come insegna Horst Wein “il calcio parte dalla testa, attraversa il cuore e termina nei piedi”.

“Un weekend davvero molto bello – commenta Paul Tolasz, allenatore dell’Hoffenheim sul sito ufficiale del club -, con un sacco di impressioni positive per i bambini, i genitori e gli allenatori. I ragazzi hanno dimostrato grande calcio in campo e il club è stato rappresentato in modo esemplare dentro e fuori dal campo”. “I bambini si sono divertiti un mondo e hanno giocato partite di buon livello – dice Ricard Puertas Llado, formatore dell’Us Poblense, arrivata da Maiorca -. Eravamo tutti lì per loro, che devono essere i protagonisti. C’erano tantissime persone al Festival ed è stato spettacolare”. “Meravigliosa l’atmosfera, ottimo il coinvolgimento dei bambini, degli allenatori e del pubblico”, il commento di altri formatori. Infatti, gli organizzatori hanno voluto i genitori e il pubblico dentro il campo – senza barriere! – in maniera da potersi godere a pieno lo spettacolo, ma con un preciso input educativo di non disturbare i bambini e applaudirli sempre, anche in caso di errore, che va visto solo come una tappa nel percorso di apprendimento. A fare da sottofondo alle partite, stimolante, della musica ad hoc. A breve sarà anche pubblicato lo studio sull’impatto “psicologico” del nuovo format, per i bambini, il pubblico e gli allenatori, curato dagli specialisti di calcioscouting, che analizzano il calcio giovanile in primis sotto l’aspetto mentale e comportamentale. Collateralmente al Festival, la Figc attraverso il responsabile tecnico Lombardia prof.Diego Trombello ha eseguito alcuni test sotto forma di gioco con i bambini, per il progetto “Che calciatore sei”.

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