2016-OBR-logo-no-datesChe cosa vi indigna di più? Le gravi molestie di gruppo perpetrate ai danni delle tedesche di Colonia a Capodanno oppure la sentenza che assolve l’italianissimo capoufficio palpeggiatore ritenendo che abbia agito perché immaturo alla veneranda età di 65 anni? A farvi rivoltare lo stomaco è stato l’uomo che ha dato fuoco alla propria compagna incinta di 8 mesi, intenzionata a lasciarlo, ‘perché troppo bella’ o quello che, per liberarsene, si è limitato ad ucciderla a coltellate? A sollevare il vostro sdegno potrebbe essere anche tutta la raccapricciante battaglia politica in corso sui corpi delle donne legata alla legge sulle Unioni civili e alla stepchild adoption, l’adozione dei figliastri, per cui è stata tirata in ballo la maternità surrogata, vietata in Italia: in pratica si tenta di boicottare una legge attesa, senza la quale resteremmo tra gli ultimi stati in Europa in materia di diritti civili, per non rischiare che qualcuno aggiri un divieto di legge, dando a priori la colpa alle donne che potrebbero ‘dare vita’, all’estero, a quel “mercimonio ripugnante dell’utero in affitto”, come lo ha definito il ministro dell’Interno Angelino Alfano (a cui ieri ha fatto eco anche il premier Matteo Renzi), impegnatissimo a contrastare un’ipotesi invece che a sconfiggere, come sarebbe suo dovere, il “ripugnante mercimonio” che da anni vede i maschi italiani statisticamente tra i principali fruitori del turismo sessuale verso luoghi dov’è possibile abusare ad ore anche i bambini o che si consuma quotidianamente sulle nostre strade dove molte donne, sotto coercizione, sono costrette a prostituirsi.
Senz’altro, comunque, nel far crescere la vostra indignazione incidono i 668 giorni, ovvero 1 anno e 303 giorni (ad oggi, 11 febbraio 2016) di prigionia delle studentesse nigeriane rapite da Boko Haram (delle 276 rapite, 57 sono riuscita a scappare ma 219 sono ancora vittime sessuali dei guerriglieri nonostante la campagna Bring back our girls lanciata dalla First Lady Michelle Obama), oppure potrebbe avervi colpito il recente allarme lanciato dal Commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati sulle migranti che si muovono attraverso l’Europa e sono esposte ad abusi sessuali e violenza di genere: le categorie più a rischio, per le quali viene chiesta alle autorità dei diversi stati una particolare protezione, sono adolescenti, donne incinte, o che devono allattare oppure occuparsi di disabili o anziani.
Forse siete infastiditi solo dalle donne, in versione madri perfette o bombe sexy, esibite in pubblicità per vendere qualsiasi cosa mentre quelle al Governo continuano a farsi chiamare ‘ministro’ perché la declinazione al maschile è segno di potere (ma dareste mai dell’operaia ad un uomo?).
In ogni caso, che si badi solo al proprio orticello o che si lanci uno sguardo più ampio sul mondo, per indignarsi c’è solo l’imbarazzo della scelta: si tratta solo di capire a che livello è l’asticella della nostra sopportazione, del nostro disgusto.
Ma se in una qualsiasi di queste occasioni avete mai pensato di fare qualcosa di concreto, di dire il vostro no, potete scendere in piazza e aderire al flash mob mondiale di ‘One billion rising‘, promosso da Eve Ensler, che si terrà domenica 14 febbraio in oltre 200 nazioni del pianeta e in una 90ina di città italiane (info su www.onebillionrising.org; http://onebillionrisingitalia.tumblr.com/ – a Lodi sarà alle 11.30 in piazza della Vittoria, promosso da Snoq Lodi insieme a Comune e molte associazioni e scuole di danza). Tutti insieme, donne e uomini, bambine e bambini, per essere presenti e, chi vuole, ballare, sollevando infine il dito al cielo per dire che un miliardo (one billion) di donne, ovvero quelle che si stima abbia subito una forma di violenza nel corso della propria vita, si solleva (is rising), per spezzare le catene, to ‘Break the chain’, come ricorda la bella canzone che risuona, per un giorno, in tutto il mondo.