Egreg. dott. De Carlo:come ingegnere ho voluto indagare sull’origine di questa oscura crisi e ne ho tratto le conseguenze che le sottometto:mi sembra strano che nessuno abbia fatto qualche riferimento ai casi che le sottopongo.Sto prendendo in esame le manovre finanziarie del nuovo governo per uscire dalle sabbie mobili della crisi che sta avvolgendo il mondo occidentale:Mi sto domandando come mai questo è toccato a noi,mentre in Cina l’economia vola con PIL a due cifre.

Raffrontando i due mondi economici mi sono accorto che Cina ed India non hanno problemi energetici: L’India e la Cina, che hanno ratificato il protocollo di Kyoto non sono tenute a ridurre le emissioni di anidride carbonica nel quadro di quel trattato, sono state esonerate dagli obblighi perché essi non sono stati tra i principali responsabili delle emissioni di gas serra durante il periodo di industrializzazione che ha coinvolto il mondo occidentale.

La Cina sta sviluppando il suo sistema energetico con centrali a carbone, circa il 70% e con centrali nucleari (11 reattori attivi ed altri 17 in costruzione) ed idroelettriche… Se si trovasse con l’energia contingentata come da noi, si troverebbe, forse, in guai maggiori dei nostri perché colpita  in evoluzione.

Che deduzione trarre da questo fatto? Sembrerebbe che lo sviluppo economico della Cina  avvenga  a cavallo dell’energia ovvero in pieno Standard Energetico come del resto è successo nel mondo occidentale il quale si trovava in quello stato  e non lo sapeva fino a  che  ha dovuto interromperlo per i noti fatti negativi delle scorie dell’Oro nero ed oggi in Italia si parla solo di finanza.

Purtroppo i finanzieri non sono molto edotti in fatti energetici; non si sono accorti che  la fine del Gold Standard aveva dato luogo allo Standard Energetico e che per avere sviluppo economico occorre mettere in campo mezzi energetici e mezzi finanziari per dar modo all’energia,  con la sua distruzione, di dare luogo al suo potere creativo. E questa energia distrutta non potendola contabilizzare (si contabilizza solo l’acquisto del potenziale energetico e la vendita  dell’energia attiva, ben poca cosa rispetto ai beni che possono essere creati) è andata a creare il grande debito pubblico.

Dott. Ing. Sergio Mannucci

Firenze

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Caro Ingegnere Mannucci. Ricorda il protocollo di Kyoto approvato una decina di anni fa fra l’entusiasmo degli ecologisti? Imponeva ai Paesi cosiddetti ricchi, che ricchi già allora cominciavano a non esserlo più, severi standard antinquinamento, dai quali però Cina e India erano esclusi. Sono Paesi in via di sviluppo – si disse – lasciamo che si sviluppino e poi anche loro saranno tenuti a osservare le stesse restrizioni.

Invano pochi, fra i quali il sottoscritto, criticarono tanta generosità. Cina e India – scrivemmo – ne approfitteranno per mettere definitivamente fuori dal mercato le nostre industrie, già in difficoltà per il costo del lavoro e per le manipolazioni monetarie.

Scrivemmo anche che un accordo del genere non aveva senso, perché l’inquinamento atmosferico non conosce frontiere. Le emissioni della Cina spinte dai venti si sarebbero fatte sentire anche nel continente americano e in quello europeo. Bene aveva fatto dunque l’allora presidente Bush a rifiutare la firma di una tale assurdità.

Apriti cielo! Fummo bollato come amici delle lobbies inquinanti. E invece ci lasciavamo guidare solamente e semplicemente dal buon senso.

Ebbene oggi la Cina ci sta strangolando. Le abbiamo aperte le porte della World Trade Organization, le abbiamo dato licenza di inquinarci, ne sopportiamo rassegnati la sottovalutazione della moneta e le violazioni delle più elementari garanzie sociali a danno dei loro sottopagati lavoratori. E ora ci facciamo anche ricattare finanziariamente perché la Cina è l’unica a poter comprare il nostro debito.

Questo è il vero problema! I tagli e le nuove mazzate fiscali non basteranno mai a risollevarci sino a che non avremo affrontato di petto questo, che è il padre di tutti i problemi.