Caro De Carlo, stamattina facendo colazione navigavo in internet e la mia attenzione è caduta su una sentenza di qualche giorno fa, per me molto difficile da capire e digerire. Oleg Fedchenko, pugile dilettante ucraino di 27 anni, è stato assolto dal gup di Milano, Roberta Nunnari, dall’accusa di omicidio aggravato perché non imputabile.

Fedchenko è quel pazzo che a Milano il 6 agosto 2010, al termine di un litigio con la madre scende in strada dicendo che avrebbe ammazzato la prima donna che passava. Cosa che in effetti fa, a pugni, con una ferocia senza aggettivi. Una perizia infatti ha stabilito che l’uomo era incapace di intendere e di volere al momento del fatto, poiché soffre di una forma di schizofrenia. Il giudice ha disposto per lui 5 anni di ospedale psichiatrico. Poi sarà libero. Anzi, libero lo è già adesso.

Il killer è libero. Invece Emlou Arvesu, 41 anni, colf filippina che tornava a casa a piedi sul marciapiede sbagliato, nel giorno, ora, minuto e secondo più sbagliato che potesse aver scelto per tornare a casa, in nome del popolo italiano, il tribunale ha sentenziato che Emlou – orribilmente massacrata a pugni in faccia – è morta per pura sfiga.

Evviva la nostra giustizia,

A.P.

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Già, evviva!