Egregio signor De Carlo,
A fronte della dichiarazione di Monti che dice di non voler chiedere, per
l'Italia, alla Merkel un solo centesimo di euro mi viene da sorridere: non
abbiamo avuto, infatti nemmeno un centesimo "dipinto" come si usa dire in
Toscana riferendosi al fuoco che, nel camino di mastro Geppetto, pareva vero per
come era stato disegnato ad arte, ma non scaldava e non cuoceva niente che
togliesse i morsi della fame al povero Pinocchio, burattino con bisogni e
difetti umani anche se mancante di animo e coraggio.
Continuiamo, invece a
pagare, le manovre del nostro ineffabile primo ministro e i " salti del gatto
morto " come definiva Franco Cangini su la Nazione
le convulsioni delle borse apparentemente vivaci in alto e in basso, in realtà
già defunte sebbene, stimolate da violenti spasmi senza senso.
Lo stesso Cangini
vede gli italiani inermi e vulnerabili come una rana in una pentola d'acqua
tiepida sotto la quale si sta per accendere il fuoco e che,quasi senza
accorgersene, verranno bolliti: in realtà ci accorgiamo benissimo di essere
pronti per essere cotti, ma non abbiamo strumenti per agire sui fatti grazie
alla classe politica che non scende dalle nuvole dorate dove si è cullata per
anni.
Ma la ciliegina sulla torta di bugie impastate di ipocrisia che ci viene
servita quotidianamente e che mi manda in bestia è la frase di Monti con cui ci chiede di non usare toni anti-germanici e che alla signora Merkel e al popolo
tedesco chiediamo solo ed esclusivamente sostegno morale.
Sostegno morale ?
Come può esistere un sostegno puramente morale nella struttura europea e nella
Germania ?
L'Europa costruita sui soldi, elargiti prima con liberalità quasi
sconsiderata per finanziamenti quasi mai controllati e di cui tutti si sono
avvantaggiati senza creare lavoro reale, e poi su una moneta unica che è stata
il fragile bersaglio della speculazione finanziaria fino a un passo dal baratro.
Invocare in questo enorme cratere vuoto di cultura europea e di immaginazione
morale le parole sostegno, il collaterale di solidarietà, e la moralità, come
dovere di condivisione per chi (calvinisticamente parlando) è più fortunato ad
occuparsi anche dei deboli e/o sfortunati purché dimostrino volontà e impegno è
proprio un assurdo inconcepibile che dice quanto perfino l'algido Monti abbia
impiegato, con scarsi risultati, tutte le sue capacità (di questo gli dobbiamo
rendere giustizia) ma che, di fatto, anche lui sta scivolando nella pentola,
rana con le altre rane ad aspettare che il fuoco, quello vero, ci cuocia a
puntino.
Distinti saluti,
Luisella Rech
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Gentile Signora, come mi piacerebbe dirle che lei vede troppo nero? Che l’Europa riiuscirà a risalire dal baratro di debiti in cui si è cacciata? Che se non questa la prossima generazione conoscerà la prosperità di cui noi abbiamo goduto negli anni Cinquanta, Sessanta e Settanta prima della sciagurata contestazione studentesca e della folle teoria lamiama (da Lama, segretario della Cgil) secondo il quale non c’era alcuna relazione fra profitti e salari?
Già mi piacerebbe dirle che lei ha torto. Non posso. La situazione più che drammatica è tragica.
Ma teniamo anche presente un fattore che a forza di batterci il petto e di guardare solo alle nostre disgrazie, dimentichiamo sistematicamente: la Cina. Gli europei e gli americani, che se possibile in fatto di debiti sono messi anche peggio, potranno risparmiare sin che vogliono, tagliare la spesa pubblica, lasciarsi dissanguare dalle tasse. Non usciranno mai dalla crisi sino a che non si decideranno a colpire le importazioni dalla Cina (non importa se prodotte su licenza straniera) con dazi doganali non inferiori al 40 – 50 per cento).
Cito solo la Cina perché la Cina è il gigante che ci ha messo in ginocchio ma la stessa cosa vale per l’India, l’Indonesia, e l’intero estremo oriente.
Altro che libertà dei commerci! Non c’è libera competizione
quando si lotta con una mano legata dietro alla schiena.
O addirittura con tutte e due.
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