Buon giorno Dott. De Carlo,

la seguo sempre con interesse e questa mattina ho letto il suo editoriale su La Nazione.
Concordo pienamente su quello che Lei dice sull’atteggiamento dei nostri sindacati Nazionali ed Europei, difendono ed hanno difeso i diritti dei nostri lavoratori ignorando che i nostri lavoratori stanno perdendo o hanno già perso il posto di lavoro a causa prevalentemente di un paese, la Cina che stà sfruttando i propri lavoratori ed adottando politiche monetarie solo nel loro interesse.
Ma quando parlo di interesse non mi riferisco alla Popolazione Cinese che in gran parte vive nella miseria, ma del Governo Cinese che è diventato il catalizzatore della ricchezza accumulata in quel paese.
Abbiamo creato un “mostro” illudendoci che la Cina fosse un mercato infinito, ma lo è stato per pochi privilegiati, le grandi griffe per quanto ci riguarda, e credo per l’industria automobilistica per la Germania.
Il progetto pensato con gli accordi del WTO ha portato ad una concentrazione spaventosa di ricchezza nelle mani di uno stato totalitarista e dalla parte del mondo Occidentale pochi hanno usufruito del grande laboratorio illegale messo loro a disposizione.
Il risultato di questa equazione è semplice, la perdita di posti di lavoro. Come ho già detto l’altra volte che le ho scritto (10.08.2011) nel mondo Occidentale qualcuno ha pensato di far lavorare gli altri continuanto a vivere allo stesso modo utilizzando casomai la finanza fasulla.
Quello che mi meraviglia che nessuno dei nostri politici o “Tecnici” parla di questo problema, cosa è un tabù, mi domando.
Abbiamo perso in Italia negli ultimi 4/5 anni quasi il 25% della produzione industriale, come pensiamo di ritornare a crescere in queste condizioni, le PMI sono allo stremo (io sono un imprenditore tessile) l’accesso al credito è impossibile la concorrenza dagli altri paesi è sleale, perchè ci raccontano storie che la crisi è finita che siamo alla fine del tunnel ma come fanno a sostenere una cosa del genere.
Se non creiamo opportunità di lavoro il 25% diventerà ben presto 30/35% ed il sistema imploderà, non possono chiedere al Popolo Italiano ulteriori sacrifici, sarebbe come il titolo di un libro di un economista Italiano “LA Cura Letale”.
Mi domando, ma il problema della concorrenza sleale è ignorato? (nel senso che non se ne rendono conto) oppure c’è malafede.
In Europa siamo circa 500 mil. di abitanti, come possiamo pensare che tutte queste persone possono vivere di innovazione, creatività, turismo, abbiamo bisogno anche di persone ed aziende che producono commodities, ma se le importiamo tutte o quasi il risultato sarà la fine del nostro sistema industriale.
Dobbiamo mettere barriere sull’import e cercare di ottenere una politica dei cambi equa,
La Turchia per esempio quest’anno ha messo dazi su import da Cina ed hanno riacquistato quote di mercato.
Perchè noi dobbiamo prendere tutto quallo che ci arriva mentre quando esportiamo abbiamo enormi barriere?.
Io non lo capisco.

un caro saluto
Giampiero Livi

*** *** ***

Caro Livi, nulla da aggiungere e nulla da togliere. I nostri politici, i nostri tecnici, i loro colleghi europei, gli eurocrati di Bruxelles mi danno l’impressione di vivere sulla Luna.
Non capiscono che i tagli,i risparmi, le tasse e le supertasse non basteranno mai a rilanciare la congiuntura se non si risolve la madre di tutti i problemi, vale a dire il gap abissale nel costo del lavoro. E per risolverlo temo non ci sia altro sistema che imporre tariffe doganali, anche se questo comportasse – come è probabile – una guerra commerciale.
Alternative non ne vedo, a meno di non volere alzare bandiera bianca e rassegnarsi a morire soffocati dalla concorrenza sleale che viene dalla Cina e dall’intero sud-est asiatico.