Gent.mo sig. De Carlo dott. Cesare
Lo scorso mese di novembre, i media tutti fervevano di notizie riguardanti l’IMU, focalizzando una buona parte dei discorsi su quello relativo alla prima casa, che ha drenato alle famiglie complessivamente circa quattro miliardi di euro.

Nei giorni passati, su qualche media, è comparsa la notizia riguardante le pensioni che oltre i 1450 euro, anche per il 2013 rimarranno bloccate; non essendoci quantizzazione del “danno”, ho fatto dei calcoli in proprio, partendo da dei dati base certi e da altri stimati:
Circa sei milioni di pensionati colpiti dalla restrizione, 2,9% (ponderale) di rivalutazione persa, pensione media pro capite di 1750 euro per 13 mesi.

Sulla base di quanto sopra, si può determinare la perdita media pro capite ed il totale, che sono rispettivamente euro 660 e 3,960 miliardi di euro. Già questo totale è da capogiro, di fatto è pari a quanto speso dai 18 milioni di famiglie con la tassazione sulla prima abitazione (essendo 6 milioni, la spesa pro capite è trip), però non tiene conto di quella che è la perdita totale effettiva di quei tartassati: Nel silenzio più assoluto già nel 2012, le pensioni sono rimaste bloccate per quella fascia di pensionati, che quindi hanno già lasciato nelle casse dell’INPS (variando solo la percentuale di rivalutazione pari al 2,5%), rispettivamente euro 569 procapite, per un totale di 3,414 miliardi di euro.

Quindi nel 2013 il pensionato medio preso a campione, non percepirà 1229 (569+660) euro annui, e nella globalità quei sei milioni di pensionati, lasceranno nelle casse dell’Ente previdenziale 7,334 miliardi di euro; quasi il doppio (in cifra) dell’IMU prima casa, quindi un pro capite di sei volte maggiore a quella esecrata tassazione e per tanti in aggiunta.

Sinceramente sconvolto, prendendo il coraggio a due mani, proseguo nel conteggio dell’effetto economico nel triennio di blocco delle pensioni (istituito nel segno dell’equità), con risultati oltremodo scoraggianti: prefiguro che il numero dei pensionati rimanga invariato e che l’inflazione non peggiori nel 2014: Alla cifra fino ad adesso determinata bisogna aggiungere altri 660 euro (invariati rispetto al 2013) raggiungendo un totale pro capite di 1889 euro ed un totale di 11,334 miliardi di euro, 12 miliardi circa considerando la rivalutazione sulle cifre non riconosciute, per dirla in breve, una vera e propria finanziaria a spese di quei sei milioni di pensionati.

Arrivati a questo punto (31/12/2014), sarebbe già da spararsi, però uno dice ne siamo finalmente fuori! Ma non è così, perchè quanto non corrisposto, non verrà più recuperato da quei sei milioni di pensionati, quindi l’INPS, continuerà ad avere per molti anni, fino all’estinzione di quei “privilegiati”, in maniera decrescente, quei circa 12 miliardi di euro di minor esborso (che tenendo come parametro l’IMU prima casa, rappresenta circa nove volte quella tassa), per il resto della vita.

Per contro il 1/1/2015, quando la rivalutazione dovrebbe ripartire, la pensione a campione (€ 1750) avrà perso circa l’8% del suo valore, in termini di potere di acquisto, proprio per la mancata rivalutazione. Il danno effettivo in capacità di spesa, per il pensionato tipo, quindi sale di altri 140 € per un ulteriore totale complessivo annuo, di circa 840 milioni fino a sfiorare i 13 miliardi

Faccio fatica a capire come per ragioni di equità si possa diminuire drasticamente la capacità di spesa di sei milioni di persone ( circa 13 miliardi all’anno a regime, per enne anni), diminuzione che comporta minori consumi e di conseguenza più licenziamenti e maggiore cassa integrazione, e quant’altro può determinare una così drastica riduzione del circolante. Per non parlare nella fascia più bassa, di una buona probabilità dell’aumento di chi rientra nella soglia di povertà; per ultimo, trovo irridente che una tale operazione venga etichettata come equa.

Sarebbe opportuno verificare in termine di PIL, cosa pesi per la Nazione tale enorme sottrazione di reddito dalle tasche di quei pensionati.

Non entro nel merito della liceità sul piano contrattuale e costituzionale, del provvedimento che sarebbe da verificare, visto che per i magistrati e grand commis dello Stato, la Corte Costituzionale ha bocciato la trattenuta di solidarietà dalle retribuzioni, per chiedermi se può essere ritenuto equo e solidale (come proclamato), l’operato di un governo che con il suo agire depaupera persone, che dopo una vita di lavoro pensavano di avere quanto meno la certezza delle proprie entrate; che ha provocato la perdita di circa oltre seicentomila posti di lavoro; che ha creato oltre trecentocinquantamila esodati; ed ha inciso solo sulle persone fisiche ed aziende private, senza toccare la struttura dello Stato e la sua abissale inefficienza; dando tutta una serie di notizie autocelebrative tali da non far comprendere alla gente comune, come e quanto è stata spremuta?

Chiudo con delle domande: Perché questi semplici calcoli non compaiono sui media? Perché vengono date solo notizie funzionali “al potere” e non si dà voce a chi non ne ha? Darà visibilità a quei sei milioni di cittadini, che probabilmente ignari di tanto massacro finanziario, vivono nel perenne oblio?

Per finire la definirei una condanna a vita, che a differenza dei carcerati che hanno sconti se non amnistie, li segue (come già detto) per il resto della vita, anzi anche dopo, visto che prosegue anche sulla eventuale pensione di reversibilità!
Nel ringraziare per la cortese attenzione,
distintamente La saluto
Romolo Rubini
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Alle sue domande ne aggiungo una.
Perchè tanto pudore nel non ricordare che quei quattro miliardi di euro, sottratti con l’Imu ai proprietari di case, sono esattamente quanto il governo Monti ha dato al Monte dei Paschi nel tentativo (inutile) di risanarne il dissesto?

Qualcuno dice che la banca è vicina al PD e che i voti di Bersani e compagni saranno determinanti domani se Monti dovesse candidarsi al Quirinale.

Vero? Non vero? Diceva Andreotti, uno che la sapeva lunga: a pensar male qualche volta ci si prende.