Caro Dottor De Carlo,
la prego non mi dia del fascista per quello che sto per scrivere. Ma davvero nella paralisi e nel decadimento di questa povera Italia non vedo altre vie d’uscita. Insomma a mio parere dovrebbe intervenire d’autorità l’unica istituzione italiana che da sempre è la custode del sentimento nazionale.

Lei avrà già capito a chi mi riferisco. Mi riferisco all’Arma dei Carabinieri che è il cemento che tiene insieme una nazione.

E mi chiedo: è mai possibile che fra tanti generali non ce ne sia uno che non capisca che l’intera nazione è in agonia? Che i partiti non si metteranno mai d’accordo per salvarla? Che il sistema studiato nell’immediato dopoguerra è marcio? Che la Costituzione è vecchia e inefficiente? Che stiamo morendo di asfissia?

E allora le rivolgo una domanda, sicuro che non scarterà questo mio sfogo. La leggo da decenni e la considero un commentatore equilibrato.

La domanda è questa. Lei non crede che fra aspettare con rassegnazione di esalare l’ultimo respiro e un tentativo, almeno un tentativo, di sottrarsi all’irreparabile, non sia meglio una reazione, una qualsiasi?
Non mi firmo per intero per non essere appunto accusato di fascismo.

Saluti e Buona Pasqua,
P.M.

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Lei propone un colpo di Stato. E allora le dico che nella sua analisi, giustissima, lei arriva in ritardo.

Di colpi di Stato in meno di due anni l’Italia ne ha già avuto uno, mentre un secondo è in corso di svolgimento.

Il primo risale all’autunno 2011 quando venne nominato il governo dei quei signori, che senza essere stati eletti, si videro consegnare il potere. E a mio parere a riscattare il paradosso non bastò la fiducia incassata in parlamento.

Quel parlamento era l’espressione di una volontà popolare che non era in alcun modo riprodotta nella nuova compagine governativa. Sarebbe stato opportuno e molto più democratico andare alle urne, dopo le dimissioni del governo Berlusconi.

A questo punto lei può avere l’impressione che io fossi e sia tuttora contrario alla decisione del presidente della Repubblica. E invece le dico che l’approvai allora e l’approvo ancora oggi.

Napolitano ebbe il coraggio di capire che la crisi ci stava affondando e che per arrestarla ci volevano mezzi eccezionali, affidati a personaggi eccezionali.
Che poi questi mezzi e questi personaggi non si siano rivelati eccezionali, ma anzi inadatti e deludenti a partire dal supponente Mario Monti, fa parte delle sorprese della storia.

La crisi si è aggravata e non alleggerita. Ormai l’Italia è al collasso. E vedere il tempo sprecato da Bersani nell’inseguire un successo negatogli dalle urne aggiunge la rabbia alla beffa.

Il secondo golpe – come accennavo sopra – è in corso di svolgimento. E il paradosso vuole che si stia svolgendo in una cornice assolutamente democratica. I grillini sono arrivati in parlamento dopo essere stati eletti e non con una marcia su Roma.
Saranno loro a fare piazza pulita e a ricominciare?

Non ci credo. Troppa confusione, troppa ignoranza, troppa irresponsabilità. E poi non dimentichiamo il clima romano. Quello politico intendo, non quello meteorologico.
Ci pensi bene. Roma ha rincoglionito Berlusconi e ha corrotto perfino la Lega. Finirà per rincoglionire e corrompere i duri e puri della rivoluzione grillina. I sintomi ci sono.

Quanto al Pd, tolto Renzi e pochi altri, i suoi leader vivono in un altro mondo e dunque Roma o non Roma sono inaffidabili.

Napolitano proviene da quello stesso partito. Ha assistito e partecipato all’opera pluriennale di riciclaggio che dopo gli errori e i peccati della guerra fredda lo ha portato a cambiare nome quattro volte. Ma la mentalità e i comportamenti sono ancora quelli di un tempo.

Non così quelli di Napolitano, lui sì personaggio eccezionale. Nell’imparzialità, nell’intelligenza, nel sentimento patriottico ha dimostrato di essersi affrancato da un passato imbarazzante e sconfessato dalla storia.

Ebbene questo personaggio ora ha capito quel che l’attuale dirigenza del Pd non vuole capire. Che il sistema è al collasso e ha chiamato al suo capezzale dieci luminari. I loro pareri saranno appunto molto illuminati, ma per quanta luce emanino dubito che riescano a rischiarare le menti di coloro da quali dipende la formazione di un governo di salute pubblica.

E allora? Se i dieci badanti non faranno il miracolo (e non vedo come possano farlo), e se non si trovasse alcun generale golpista, come ritengo, forse non rimane che farsi prestare dalla tv il maresciallo Rocca.