Caro dott. De Carlo,
anche in Europa si vorrebbero ” mettere indietro gli orologi…”, come lei ha scritto nel suo ultimo commento.
Invece il tempo passa, come sempre, purtroppo molto in fretta e non si conclude niente.
Speriamo ora, finalmente, succeda qualcosa di positivo e costruttivo! I dubbi sono tanti e sono legittimi, visto come è stata gestita la situazione finora.

Qualcuno ha già scritto: il programma di Letta è bellissimo, ma dove pensa di raccogliere i trenta miliardi necessari, dato che non l’ha detto?

Di buono c’è che almeno vedremo delle facce nuove e più giovani, sperando siano
in grado, in tempi così difficili!
Lei cosa ne pensa?
Cordialità,
Doretta Monti, Modena

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Penso che è già un miracolo avere un governo. E penso anche che i fondi per il rilancio non potranno essere trovati che costringendo l’Ue a cambiare politica, vale a dire dando alla Banca Centrale Europea i mezzi per aumentare la liquidità in circolazione.
La Germania teme l’inflazione. Questo lo sappiamo. Ma dato che l’inflazione è ormai vicina all’1 per cento, cioè nulla, e dato che continuando così si va in deflazione, peggiorando dunque una situazione già drammatica, si potrebbero tranquillamente pompare sul mercato un paio di miliardi di euro.

Guardi cosa sta facendo il Giappone. Il suo nuovo primo ministro Shinzo Abe ha convinto la Banca Centrale a imitare la Federal Reserve americana. E la Banca Centrale Giapponese ha iniziato a stampare miliardi di yen. Risultato: la terapia choc ha fatto impennare i consumi. I quali a loro volta hanno procurato più lavoro e dunque la disoccupazione è scesa al 4,1 per cento. Lo Yen debole – altro vantaggio – ha migliorato le prospettive dell’export.

Eppure il Giappone ha un debito pubblico che è il doppio di quello italiano. Già proprio così, non mi sono sbagliato. Il debito giapponese è pari al 235 per cento del pil. Ma con un’inflazione prossima allo zero e dunque con tassi d’interesse inesistenti, questa politica monetaria è possibile.

Ci sono ovviamente dei limiti. Una volta che il circolo virtuoso si sarà rimesso in moto e l’inflazione sarà risalita a livelli biologicamente sani, diciamo attorno al 3-4 per cento, si potrà invertire la rotta. Dalla ripresa drogata si passerebbe a una stabilizzazione sostenibile e dunque la liquidità in eccesso dovrebbe essere rastrellata.

Ma il punto da tenere a mente e sulla quale la Merkel dovrebbe recitare il mea culpa è il seguente: senza crescita economica non c’è alcuna possibilità di ridurre il debito pubblico.

Dunque inizialmente il debito aumenterebbe, anche perché questa politica di allentamento monetario dovrebbe essere accompagnata da una robusta diminuzione dei carichi fiscali. Poi avviata la ripresa, gradualmente, la maggiore ricchezza condurrebbe a un graduale rientro dal debito.

Non scopro nulla di nuovo. Una strategia del genere fu già adottata dal repubblicano Ronald Reagan negli anni Ottanta. E’ l’America superò la crisi ereditata dal democratico Jimmy Carter.